Expo: esperienza e speranza. Intervista a una ragazza del sud a Milano
Expo Milano 2015 è il più grande evento sull’alimentazione e la nutrizione e per sei mesi Milano sarà la vetrina in cui i Paesi mostreranno la propria risposta a un problema mondiale: riuscire a garantire cibo sano, sicuro e soprattutto sufficiente per tutti i popoli. Con 1,1 milioni di metri quadri e più di 140 Paesi e Organizzazioni internazionali coinvolti, Expo Milano 2015 è l’occasione per un confronto di idee e soluzioni sul tema dell’alimentazione e rappresenta il giusto momento per conoscere e assaggiare, scoprire le eccellenze della tradizione agroalimentare e gastronomica di ogni Paese. Per tutta la durata dell’evento sarà possibile assistere alle numerosissime manifestazioni che si terranno su tutto il sito espositivo. Per tutte le informazioni: http://www.expo2015.org/it/index.html
Expo. Expo. Expo, quindi. Tutti parlano di Expo. Il bombardamento di radio, televisioni, internet è iniziato da circa venti giorni e proseguirà fino al 31 ottobre. L’esposizione universale di Milano è l’occasione per far ripartire l’economia italiana stagnate da anni; è l’occasione giusta per far ripartire la locomotiva paese una volta per tutte perché di fronte all’immobilismo non ci si può certo arrendere. Queste sono le aspettative, i buoni propositi le intenzioni di tutto un paese o quasi. Ma chi ci lavora? Un giovane che lavora presso uno dei padiglioni Expo cosa ne pensa di tutto questo? A queste domande ha dato risposta una ragazza di 24 anni che, pur preferendo restare anonima, ha mostrato il suo punto di vista, la sua percezione dell’esposizione universale Milano 2015. Questa ragazza ci dà una opinione in merito alla sua esperienza mostrando come lo scambio culturale che si innesca in occasioni del genere sia fondamentale per la crescita e per la maturazione di ognuno. La nostra “anonima” è del Sud e allora…
…Come mai una ragazza del sud si trova proprio a Milano?
«Milano perché è una delle poche città italiane che al momento sembra garantire maggiori opportunità, in riferimento sia alla completezza dei corsi di studio, sia alle eventuali possibilità di impiego in svariati settori. Inoltre, l’efficienza dei servizi è probabilmente ciò che più affascina i giovani del sud, abituati a ben altri tipi di organizzazione e funzionalità».
Oggi sei operatrice presso Expo Milano 2015. Come mai questa scelta?
«Ho deciso di inviare la mia candidatura quale operatrice a Expo perché consapevole di poter vivere un’esperienza unica che mi avrebbe permesso di entrare in contatto con innumerevoli culture differenti. Per cui, per una studentessa di Lingue come me, non poteva che esservi occasione migliore, non solo per arricchire il proprio bagaglio culturale a livello internazionale, ma anche e soprattutto per mettere in pratica gli studi compiuti nella maniera più dinamica e attiva possibile».
Lavori con colleghi di nazionalità diversa. Che percezione hanno loro dell’Italia e dell’esposizione universale?
«I miei colleghi stranieri chiaramente hanno percezioni e reazioni differenti per quel che riguarda l’Expo, ma restano perlopiù stupiti ed estasiati di fronte all’immensità dell’evento, pur riservando piccole annotazioni negative in riferimento a problemi tecnici e organizzativi».
Social, giornali e telegiornali quotidianamente ci raccontano di un afflusso di gente abbastanza copioso. Quanta differenza c’è tra la realtà e quanto ci raccontano?
«I visitatori sono moltissimi ma il più delle volte si limitano a vedere i padiglioni che sono stati maggiormente pubblicizzati e che hanno una collocazione più centrale, perdendo così di vista padiglioni minori ma di grande qualità e a cui si accede senza lunghissime code d’attesa. Al di là di questo, il flusso dei turisti è in costante aumento».
Le polemiche circa i ritardi sulla preparazione di molti padiglioni sono piovute sull’organizzazione. Cosa ci puoi raccontare in merito?
«Indubbiamente, il ritardo nella costruzione di numerosi padiglioni sussiste ed è fonte di polemica, così come lo è l’elevatezza dei prezzi (perfino per i dipendenti). Inoltre numerosi visitatori lamentano la scarsa attenzione data al tema centrale dell’Expo, quella dell’alimentazione, ritenendo si sia puntato maggiormente a un’esposizione tecnologica e puramente scenica».
Ora non resta che comprare un biglietto e raggiungere Milano e provare a guardare il verso giusto delle cose, il lato migliore, quello ricco di speranza e di buone idee. Ringraziamo la nostra “anonima” per il contributo.
Anita Santalucia