C’è musica e musica: intervista ad Antonio Giordano
Da un po’ di tempo a questa parte la musica popolare è l’unica che sopravvive alla crisi del tempo. Mentre si fa fatica anche a creare musica pop nuova e convincente, che possa soddisfare le istanze genuine delle persone, i gruppi di musica popolare sono gli unici che riescono ad animare le piazze con i ritmi della tammurriata e della pizzica. La formula di questi gruppi è molto semplice e il contesto in cui operano è sicuro, tuttavia i contenuti musicali e tecnici, anche se a volte ripetitivi, sono sempre una fonte di potente risorsa ispiratrice. Diventa fondamentale il repertorio e l’organico che lo esegue gli arrangiamenti e gli interpreti.
Che cos’è la musica popolare oggi? Ne parliamo con Antonio Giordano, fondatore del gruppo “Compagnia Daltrocanto”. Incontriamo Antonio alla Lega Navale di Salerno, prima del concerto dedicato a Franco Smeraldo, musicista salernitano scomparso prematuramente, protagonista indiscusso della scena musicale salernitana e oltre. Il concerto è soprattutto l’occasione per presentare il nuovo lavoro discografico che ha per titolo “Tra le pieghe di un cielo stellato”.
Come nasce il gruppo, tracciamone una breve storia?
«Il gruppo nasce nel 2006, dall’incontro di musicisti provenienti da diverse esperienze, come naturale esigenza di voler far conoscere le storie della gente del popolo. Un’idea che nasce prima di tutto dalla passione per la musica e gli strumenti musicale del sud Italia, dal riconoscersi in comuni radici di cultura e tradizione, dal volerli rileggere all’oggi perché viviamo nel presente e del presente. È alla sua quarta esperienza di lavoro discografico e in questi anni ha raccolto diversi prestigiosi riconoscimenti di critica. In pochi anni di attività la Compagnia Daltrocanto ha tenuto concerti in numerose regioni d’Italia, come Campania, Emilia Romagna, Friuli, Molise, Abruzzo, Toscana, Piemonte, Sicilia, Calabria, spingendosi anche oltre i confini nazionali con concerti in Slovenia, in Portogallo e in Svizzera presso il Palazzo di vetro delle Nazioni Unite».
Chi sono i componenti?
«Antonio Giordano (zampogne, bouzouki greco, chitarra battente, voce), Bruno Mauro (chitarra classica, bouzouki irlandese), Paola Tozzi (voce), Martino Brucale (ciaramelle, flauti, sax tenore, sax soprano), Alessandro Ferrentino (percussioni, hang, tamburi a cornice, batteria), Flavio Giordano (basso elettrico), Luca Lanzara (tamburi a cornice, mandola), Daniele Apicella (batteria, tamburi a cornice, percussioni) e Maria Anna Siani (Violino). Alle danze: Loredana Marino, Carlo Del Galdo, Marilinda Gonnella, Roberta Verderame. Al coordinamento: Mariella Rocco».
Che cos’è la musica popolare oggi?
«Parlare di musica popolare oggi significa parlare dei gruppi che sono presenti sul territorio che, in base alla loro idea di musica popolare, fanno emergere un particolare stile o proposta musicale. Quello che è importante però secondo me è il rispetto. La musica popolare richiede vocazione, conoscenza delle sue origini, coerenza nel proporla, sapiente utilizzo degli strumenti popolare, giusta interpretazione dei canti, e soprattutto una massima condivisione del progetto da parte di tutti i componenti del gruppo. Il fatto che oggi ci siano tanti gruppi in giro non sempre qualificati, non è sempre una buona cosa».
Parliamo di forme musicali: tammurriata, pizzica, ballate popolari.
«La musica popolare si riconosce fondamentalmente dal ritmo che la caratterizza fortemente e da tutta un’appassionata e potente interpretazione. Nelle nostre zone è tornata prepotentemente alla luce, la tammurriata, forse di origine greca, sopravvissuta grazie alla tradizione orale tramandata dai contadini, in particolare dell’agro nocerino-sarnese che la usavano come terapia per accompagnare il lavoro nei campi. Anche nel Cilento sono stati recuperati ritmi e testi importanti, il merito di tutto ciò ovviamente e da attribuire al maestro De Simone, alla Nuova compagnia di canto popolare e a Eugenio Bennato, ultimo grande artista che è stato capace di scrivere brani coerenti e appassionati. Nel Salento si suona la pizzica, con il suo ritmo vertiginoso è un vero banco di prova per gli strumentisti. La pizzica ha avuto una sorte diversa dalla tammurriata in questi ultimi anni, grazie al proliferare di festival, raduni, e feste varie, si è creata una continuità che ne ha favorito una più ampia diffusione. L’idea dei festival come La notte della Taranta, il Festival di Carpino e tanti altri, sono la formula vincente che garantiscono la naturale diffusione e tutela dei patrimoni artistici musicale. Dovremmo essere in grado anche noi di creare eventi simili, sarebbe il modo giusto per confrontarsi e conservare correttamente la tradizione, oltre che per una maggiore conoscenza».
Quali sono i brani del vostro repertorio?
«I brani del nostro repertorio sono principalmente canti che sottolineano la condizione di sfruttamento delle persone da parte dei potenti, canti di protesta e canti che valorizzano le risorse del sud, da sempre maltrattato. Un esempio è il brano “Tammurriata della valle offesa” oppure “Lu trenu dellu soli” di Ignazio Buttitta che sono presenti nel nostro nuovo lavoro discografico».
Alcune partecipazioni della Compagnia Daltrocanto: Finale Premio Musica Controcorrente 2014 – CET Avigliano Umbro; Giffoni Experience 2014; Festa della Musica – Area Archeologica Etrusco Sannitic adi Fratte – SA; Kultur Festival Italia – Heidelberg, Germania; Yacht Mad Festival – Gaeta. Finale “Premio Ufficiale Pierangelo Bertoli” con il brano “Tammorriata della Valle Offesa” – Teatro Carani – Sassuolo (Mo), Festival “I Concerti d’Estate di Villa Guariglia” – Vietri sul Mare (Sa), Rassegna “Magazeno Arts&Music Social Club” – Porto D’Ascoli (Ap), Rasegna “Zampognari d’Italia” – San Polo Matese (Cb), Festival “Basilicata Naturarte” – Pietrapertosa (Pz), Expo Nazionale delle Pro Loco – Telese (Bn), Festival “Il pasto della Salamandra” – Grottolella (Av), Fiera Enologica di Taurasi – Taurasi (Av)ValSusa Filmfest, I classificato sezione “videoclip musicali” con il video “Lu trenu di lu suli” – Vincitore VIII Premio “Pino Veneziano” – Selinunte (Tp) – Festival Internazionale della Zampogna di Scapoli (Is).
Vincenzo Volpe