Addio a Umberto Eco, la bellezza delle parole che hanno cambiato il mondo

«Di qualsiasi cosa i mass media si stanno occupando oggi, l’università se ne è occupata venti anni fa e quello di cui si occupa oggi l’università sarà riportato dai mass media tra vent’anni. Frequentare bene l’università vuol dire avere vent’anni di vantaggio. È la stessa ragione per cui saper leggere allunga la vita. Chi non legge ha solo la sua vita, che, vi assicuro, è pochissimo. Invece noi quando moriremo ci ricorderemo di aver attraversato il Rubicone con Cesare, di aver combattuto a Waterloo con Napoleone, di aver viaggiato con Gulliver e incontrato nani e giganti. Un piccolo compenso per la mancanza di immortalità».

Umberto Eco

Umberto Eco è stato un vero e proprio innovatore: tra i primi a interessarsi alla semiotica, uno dei fondatori della facoltà di “Scienze della Comunicazione”, e – negli anni ’50 – avanguardista nell’analisi circa l’influenza dei mass media sulla cultura di massa.

Scrittore, semiologo, filosofo, professore, Eco ha sempre offerto una sua visione del mondo circostante e dato una propria opinione sui fatti che scuotevano l’Italia. A partire dai suoi articoli come giornalista, ma soprattutto nei suoi romanzi, uno su tutti “Il nome della rosa”, che descrive e denuncia i dogmi della Chiesa nati nel Medioevo, fino alla sua ultima pubblicazione “Numero zero”: una storia ambientata nel 1992 in una redazione giornalistica, con espliciti riferimenti alla storia dell’epoca (Tangentopoli, il terrorismo rosso).

I suoi studi sui mass media sono diventati basi fondamentali per tutte gli operatori del settore. Il saggio “Apocalittici e integrati” è riuscito a far cambiare idea ai più: i mezzi di comunicazione di massa, nonostante gli aspetti negativi di cui ancora sono costituiti, non saranno più pensati solo come distruttori delle coscienze, ma anche come espressione della democrazia popolare e come ampliamento di scenari, prima negati.

Eco è stato fondamentale per molti di noi, ci ha guidato nello studio, ci ha fatto capire alcune nozioni centrali della comunicazione, ci ha “aperto gli occhi” su molti aspetti che prima semplicemente ignoravamo. Ed è stato, inoltre, un vero e proprio paladino della cultura, anche quando esserlo significava andare contro corrente.

Federica Ruggiero

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