Caro Darwin, ti facciamo la festa
Charles Darwin è nato il 12 febbraio 1809 a Shrewsbury, in Inghilterra, e da tempo il mondo anglosassone lo ricorda con eventi, conferenze e dibattiti che celebrano i valori della ricerca scientifica. Dal 2003, grazie all’Uaar, anche in Italia si organizza il Darwin Day. Il 2016 è particolarmente ricco di appuntamenti e incontri che si tengono in diverse città italiane, dall’8 febbraio al 4 marzo.
Indubbiamente, Darwin suscita sempre più interesse e curiosità perché la sua scoperta non riguarda solo l’aspetto meramente biologico ma, come spesso accade per le scoperte scientifiche, coinvolge anche altri campi come la filosofia, l’antropologia, la sociologia e così via. I dibattiti più accesi vengono senz’altro dalla contrapposizione tra il creazionismo e l’evoluzionismo darwiniano. Il creazionismo è la credenza secondo la quale l’uomo è stato generato da dio così come è riportato nella Bibbia, mentre l’evoluzionismo sostiene che le specie animali e vegetali abbiano origine da specie più antiche che si sono evolute e meglio adattate nel tempo. Ma facciamo un passo indietro per capire meglio questa contrapposizione presente ancora oggi.
Nella prima metà dell’Ottocento in Francia nacque il positivismo, una corrente filosofica che si basava sulla fiducia nella scienza e nel progresso scientifico come base per l’evoluzione sociale. In breve tempo si diffuse a livello internazionale in diversi campi come la biologia, la sociologia, la psicologia, l’antropologia e la tecnica in generale dando l’avvio a nuovi settori di studio dell’uomo compresa la teoria evoluzionistica darwiniana.
Lo scienziato Charles Darwin, naturalista, geologo e medico britannico, nel 1859 pubblica “L’origine delle specie per mezzo della selezione naturale”. Il successo fu immediato ed enorme. Ma il suo pensiero sull’origine dell’uomo sarà precisato in una seconda opera apparsa nel 1871, dal titolo inequivocabile “L’origine dell’uomo e la selezione sessuale”. La legge darwiniana, secondo cui tra gli individui modificati fisiologicamente per adattamento all’ambiente sopravvivono per selezione naturale soltanto i meglio dotati, smentiva clamorosamente il dogma cristiano della creazione una tantum da parte di Dio di individui già perfettamente caratterizzati. Inoltre, la teoria dell’evoluzione metteva in discussione il principio sul quale si fonda il Cristianesimo; in effetti se l’uomo è l’evoluzione delle scimmie antropomorfe, Adamo ed Eva non sarebbero mai esistiti; di conseguenza la venuta di Gesù sulla terra per liberare l’uomo dal peccato originale non avrebbe avuto più senso.
Le reazioni a queste teorie da parte della religione non si fecero attendere. Claude Allègre, nel suo libro intitolato “Dio e l’impresa scientifica. Il millenario conflitto tra religione e scienza scrive”: «La Chiesa si scatena a partire dal 1860, condannando le tesi di Darwin durante il concilio di Colonia. Papa Pio IX condanna il trasformismo. I preti scienziati si mobilitano contro quella diabolica teoria. […] Anche i gesuiti, tradizionalmente favorevoli alla scienza, reagiscono con grande vigore a quella che considerano una provocazione. Darwin è condannato e scomunicato. In Inghilterra, la situazione non è diversa. La Chiesa anglicana riprende in mano il suo bastone del pellegrino contro questa nuova astuzia del diavolo: condanne, prediche riparatrici, scritti correttivi, nulla sarà lasciato intentato». Alla fine dell’Ottocento, molti intellettuali, scienziati e filosofi che aderirono alle idee darwiniane venivano attaccati violentemente dalla Chiesa. Per i creazionisti, l’evoluzionismo rappresentò una minaccia per la dignità umana perché accettare l’idea di discendere dalle scimmie, poteva precludere le vie della rettitudine e, secondo la tradizione aristotelica-tomistica, ci deve essere necessariamente un’intelligenza, un disegno che ordina tutte le cose del mondo; con Darwin l’ipotesi del disegno diventa improvvisamente superflua perché subentra un principio casuale. Nel 1950, Pio XII nell’enciclica “Humani generis” ribadì la reale esistenza di Adamo ed Eva e quindi progenitori del genere umano.
A distanza di circa un secolo e mezzo dall’uscita del primo trattato di Darwin, la Chiesa anglicana ha deciso di scusarsi in maniera ufficiale per aver “frainteso” la teoria dell’evoluzione, ma la Chiesa cattolica, pur con argomentazioni più concilianti continua a sostenere la teoria del creazionismo. Nel 2004 il ministro dell’istruzione Letizia Moratti tolse il darwinismo dai programmi scolastici del primo ciclo ma, di fronte alle proteste dell’intero mondo scientifico, fece marcia indietro. Al di là di ogni creazionismo e neo-creazionismo, Telmo Pievani in “Creazione senza Dio” afferma: «L’evoluzione è un fatto. Chi si scaglia contro Darwin non lo fa per amore di verità. Chi vorrebbe insegnare nelle scuole il teorema del “Disegno Intelligente” ha in mente una società antimoderna, condizionata da valori religiosi pervasivi e dogmatici».
Nel corso degli anni, la biologia molecolare ha fatto progressi notevoli, dalla scoperta del DNA nel 1953 a opera di Watson e Crick al modello dell’operone di Mono e Jacob nel 1960, e oggi la quasi totalità del mondo scientifico riconosce la validità della teoria dell’evoluzione. E allora buon compleanno, Charles!
Sante Biello