Raggi di sole a Roma?

Negli ultimi mesi Roma è sporca e poco sicura come mai negli ultimi dieci, quindici anni. Contenitori per la raccolta colmi di rifiuti; lattine, bottiglie, buste e residui di cibo sparsi per le strade; barboni che si accampano con il loro corredo di cartoni sui marciapiedi o sulle scale degli androni dei palazzi; persone che chiedono elemosina a ogni angolo; continui furti di appartamenti; parchi urbani che di sera diventano il ricettacolo di tossicodipendenti; quartieri della periferia urbana assaliti dai topi e in qualche caso diventati zone di spaccio o controllati dalla criminalità organizzata; strade a lunga percorrenza (dalla Salaria all’Aurelia) trasformate in bordelli a cielo aperto da prostitute discinte. Una situazione di decadimento che non è certo addebitabile al nuovo sindaco Virginia Raggi. Al contrario, il voto di molti romani è andato a lei e ai Cinque Stelle proprio per voltare pagina, dopo i due sindacati per motivi diversi disastrosi di Alemanno e di Marino (il quale ultimo, a onor del vero, se non brillava per capacità di gestione, almeno aveva cercato di resistere a “Mafia Capitale”). Il consenso a Virginia Raggi non è stato maggioritario in termini assoluti nel corpo elettorale, in quanto l’astensionismo nella capitale è stato altissimo, ma sicuramente è stato assai chiaro per la forte consistenza della percentuale di voti al ballottaggio e per la speranza che ha suscitato nella città dopo la chiusura delle urne. È evidente che il lavoro che deve compiere Raggi è difficile e complicato, ma i cittadini si attendono i primi segnali in tempi brevi, almeno sul versante della pulizia della città. Lasciare per troppe settimane le cose invariate su questo fronte, rischierebbe di far terminare in modo repentino la luna di miele con i romani. Bene in questo senso la proposta di punire chi sporca la città e di installare telecamere accanto ai contenitori (come fatto da Vincenzo De Luca a Salerno), ma bisognerà anche far funzionare bene l’azienda Ama di raccolta, trasporto, trattamento, riciclaggio e smaltimento rifiuti e, allo stesso tempo, incrementare e sviluppare la raccolta differenziata. A seguire, il sindaco Raggi dovrà “aggredire” l’altro grande problema della capitale: i trasporti pubblici. Roma è una delle capitali mondiali meno dotate di linee metropolitane e anche le linee degli autobus e dei tram sono poco efficienti e funzionali. Qui chiusure verso la linea C della metropolitana sono poco comprensibili. E il nuovo vertice dell’Atac, che aveva iniziato a sfidare le corporazioni interne e a introdurre criteri di efficienza, meriterebbe di essere supportato e aiutato. Il governo di Roma costituisce per i Cinque Stelle un banco di prova importantissimo per candidarsi alla guida della Nazione. Ciò in qualche modo giustifica l’attenzione quasi spasmodica dei maggiori leader del movimento, da Beppe Grillo a Luigi Di Maio, verso le sorti e le attività della giunta Raggi. Bisognerà misurare nei fatti concreti quanto questa attenzione si tramuterà in energia positiva per la giunta Raggi e quanto invece in eterodirezione da parte di persone che non si trovano al Campidoglio ma in altre occulte stanze. La capacità della Raggi di essere autonoma e indipendente, se ci sarà, potrà attestare ulteriormente la maturità di governo dei Cinque Stelle. Certo, se prevarrà la logica già vista a Roma della nomina dei parenti e degli amici degli amici, accompagnata da idee un po’ strampalate come il baratto, il declino della capitale continuerà in modo implacabile, dopo la stagione della rinascita registrata grazie all’azione riformatrice delle giunte guidate da Rutelli e da Veltroni. Ma da romano acqui- sito mi auguro che tornino a splendere Raggi di sole.

Mario Avagliano

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