Giffoni Experience: intervista a Pasquale Falcone (e Gianni Ferreri!)
Due produttori cinematografici, i fratelli Tavani, titolari di una piccola società di produzione propongono a uno sconosciuto cantante partenopeo, “Chicco Resina”, di realizzare un film per intercettare in qualche modo la scia del successo del film campione d’incassi in Italia, proprio quello di Checco Zalone. È questa la trama del nuovo film di Pasquale Falcone, “E se mi comprassi una sedia?”, girato tra Napoli, Roma, Marina di Ascea e Cava de’ Tirreni. Abbiamo intervistato il regista, in occasione della presentazione del film, al Giffoni Film Festival.
La location del film torna a essere Cava de’ Tirreni, la sua città natale. Cosa ci può dire rispetto a questa scelta?
«In parte, sì. Le altre città in cui abbiamo girato il film sono state Napoli, Roma e Marina di Ascea. La scelta è sempre la stessa: per motivi economici perché a Cava de’ Tirreni sono a casa e, quindi, gli spazi sono facili da reperire. Diciamo che la città si mette a disposizione per questo progetto. È il mio quinto film e, soprattutto per gli interni, ho usato molto Cava, per non creare un déjà-vu».
Altresì, gli stessi personaggi scelti provengono dalla gente comune.
Falcone: «Ecco [si avvicina Gianni Ferrerii), persone come lui io non le pago! Ovviamente sto scherzando, dal primo momento in cui ho pensato a questa sceneggiatura, con tutta onestà, ho scritto il personaggio pensando a Gianni Ferreri. Me lo immaginavo, siccome questo film ci tenevo a farlo, in prima persona, come co-protagonista. Vedevo in lui proprio il fratello ideale. Quando scrivevo i personaggi pensavo a noi due insieme, infatti, gliel’ho proposto tre anni fa. Nonostante i problemi alla fine ce l’abbiamo fatta e siamo riusciti a fare un bel film, divertente. Una persona, a primo impatto, fraintendendo un po’ lo spirito, potrebbe dire che abbiamo “scimmiottato Zalone”: c’è grande rispetto per Checco Zalone, è soltanto un plot narrativo. Il film va in tutt’altra direzione ed è un film di satira forte, anche contro il “Sistema-Cinema Italia”».
Ferreri: «Racconta proprio questo, la difficoltà di fare un film sicuramente come l’avrà avuta anche Luca Medici (cioè Checco Zalone) nel suo primo film».
Infatti ho letto che il sottotitolo del film era, provocatoriamente, “Una risposta napoletana a Checco Zalone”.
Falcone: «L’idea per questo film è nata da un ragionamento: Checco Zalone è un bravissimo artista, un bravo attore con degli sceneggiatori alle spalle di tutto rispetto, come Gennaro Nunziante, regista di Toti e Tata, datato 1985. Però il suo film, che è una commedia, ha avuto una risonanza, da un punto di vista di riscontro del pubblico, veramente straordinaria: un ottimo prodotto che è costato 65 milioni di euro, tra l’altro ignorata dai David di Donatello. I due attori nel nostro film credono che raggiungere un risultato del genere possa essere possibile: se ce l’ha fatta Checco Zalone, a Napoli non troviamo pure noi qualcuno? Ci basta il 10% di quei 65 milioni».
Lei prima ha definito il film “satirico”. Pertanto, crede che questo possa essere un film per tutti o che, per via della satira, possa restare elitario?
Falcone: «Penso che sia per tutti perché è divertente e, poi, il pubblico italiano ha mille difetti, ma quando vede le critiche si associa! Non fa niente per risolvere, ma almeno si associa. Quindi noi critichiamo il sistema della produzione, il sistema del Ministero dei Beni Culturali e, infatti, ci teniamo a dire che il nostro film inizia con “Questo film è stato realizzato senza nessun contributo da parte del Ministero dei Beni Culturali”. Ci teniamo a distinguerci! Lo vedrete presto nelle sale, sono sicuro che vi divertirete».
Ferreri: «Speriamo che nella distribuzione che avverrà dopo il film ci sia il contrappasso e la risoluzione dei problemi. Un saluto a tutti i lettori di Polis SA Megazine, vi aspettiamo tra novembre e febbraio, perché non sappiamo ancora quando uscirà, al cinema con il film: “E se mi comprassi una sedia?”».
Sara Santoriello