Giffoni Experience: Giannini, cooperazione e competizione nel mondo della scuola
Dopo i saluti istituzionali e la photocall con il Sindaco di Giffoni, Antonio Giuliano, il presidente del GFF, Piero Rinaldi, il direttore, Claudio Gubitosi, e un’esponente delle autorità presenti al Festival, a cui ha stretto calorosamente la mano, il ministro Stefania Giannini ha risposto ad alcune domande.
La “ministra” ha dichiarato che vorrebbe spiegare ai giovani giurati: «Come la scuola deve prepararli ad affrontare questo futuro che oggi più che mai è un futuro pieno di incognite affascinanti; quali saranno i lavori che saranno disponibili, di cui ci sarà bisogno nella società tra 10 anni: vent’anni fa potevamo dirlo grosso modo, oggi non più, per esempio; quali saranno i nuovi modelli sociali che consentono i affrontare i flussi migratori, un fenomeno permanente e strutturale non come un problema congiunturale di alcuni paesi». Individua, poi, delle parole chiave per trasmettere ai ragazzi la sua visione della scuola: cooperazione e competizione. «La scuola deve porsi esattamente nel punto di equilibrio tra una missione educativa che ha la cooperazione, l’inclusione, il non lasciare indietro nessuno come obiettivo fondamentale e il bisogno, però, di restituire competitività alla società, soprattutto alla società italiana che molta ne ha persa». Anche se, a volte, il pendolo oscilla troppo dalla stessa parte.
Ritiene il Giffoni Film Festival come “un semino” piantato anni fa, che oggi regala i suoi frutti, una “rigogliosissima foresta” così come anche la scuola sa fare.
A un giornalista che le ha chiesto di commentare la situazione turca, il ministro ha sottolineato che la violazione della libertà di espressione, fulcro concreto anche nel contesto scolastico, è una grave lesione per gli studenti che si apprestano ad acquisire i primi strumenti per l’interpretazione della società: «L’Europa non può restare muta», conclude.
Ha anche anticipato che il concorso per l’insegnamento, per le diverse classi, si chiuderà, salvo complicazioni, la prossima settimana. Rispetto al tema della “chiamata diretta” parla ai microfoni di un: «Processo innovativo che ha alla base il concorso nazionale, la selezione di cui parla la Costituzione, che ricordo è stata bloccata per decenni nel nostro paese, e immette un punto di novità, il fabbisogno delle scuole, cosa serve a quell’istituto lì, il preside che si assume la responsabilità sulla base di criteri chiari, motivati e trasparenti, annunciati prima, di scegliere l’insegnante che ha quelle caratteristiche e l’insegnante che sceglie dove vuole andare. È un matching idealmente giusto».
Sara Santoriello