La presunta mancanza di capacità di analisi del Sud

Possiamo parlare di un nuovo meridionalismo, protagonista seppur silenzioso? Io direi di sì, e però non vedo ancora il “cogliere” il fenomeno che si è prodotto con il voto referendario del 4 dicembre. Interessa soprattutto il voto al Sud, isole comprese, significativo più che in altre parti d’Italia e più di altre competizioni elettorali. Scrivevo in un post, su quel maledetto social network che è facebook, che il voto referendario ci mostra e ci consegna un Sud che si rappresenta come una polveriera e mai come questa volta con un voto chiaro, netto e inequivocabile. E aggiungerei finalmente libero e come scriveva una mia amica, deciso e compatto. Perché questa affermazione, e così perentoria? Cerco di definire meglio il pensiero: il Mezzogiorno ha mostrato, e ne sono felice, che nonostante tutto conserva una coscienza, un barlume di libertà, quella che io definisco una parte “di mente in clandestinità” che si utilizza nei momenti giusti. Quando si decide di essere un popolo “conservatore e populista, considerato come il male che da un secolo e mezzo ci condanna all’arretratezza” (e questo succede troppo spesso) tutto nella normalità, adesso è completamente il contrario perché ci si stacca dai potentati locali, politici e malavitosi. Il segnale è dato da una media del 70%, percentuale troppo alta per dire il contrario. È un fatto enorme. Servirà? Ovvio che spero di sì, lo stiamo ripetendo da anni che il contesto sociale è cambiato notevolmente in peggio, che il divario tra governati e governanti è troppo largo, che il Sud ha bisogno di risoluzioni e non di “proponenti problemi”, che manca quindi una lettura reale di quello che sta maturando, che “è peccato mortale non accorgersi di quello che sta venendo fuori dai territori e dalle periferie”, e bla bla bla. È brutto scrivere “io l’avevo detto” ma come non ricordarlo ancora una volta? Adesso vi è bisogno della rete, invisibile eppur reale, tra tutte quelle realtà che si stanno muovendo sui territori, capaci di costruire e che hanno resistito ai tamponamenti vari, allargare le menti e guardare oltre. Adesso è il momento di prendere coraggio e di farsi avanti. Vogliono portarci verso una instabilità pericolosa e senza senso, non vale e non ce lo meritiamo.

Mimmo Oliva

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Editoriale

di Mimmo Oliva

Polis SA 2020. UNA REALTA’ IN CONTINUO DIVENIRE

A cinque anni dalla nascita dell’associazione nocerina, facciamo un “bilancio” con Mimmo Oliva, Portavoce nazionale di Polis Sviluppo e Azione. Mimmo, 5 anni di Polis Sviluppo e Azione. Una visione...

BUON VIAGGIO MARTA!

Marta, quando ho saputo che non c’eri più è come se da qualche punto oscuro della mente siano comparsi tutti i ricordi, gli episodi, le incazzature e le tante risate...

Ricominciamo

Ricominciamo, da dove avevamo lasciato, con nuova veste e struttura, nuovi partner ma con vecchia e immutata passione. E con l’immutato pensiero che l’informazione debba essere libera, autonoma e obiettiva...

NAVIGANDO CONTROVENTO

Le nostre sette parole perché: «Il populismo è la democrazia degli ignoranti, che segnala problemi reali e propone soluzioni false». È una citazione recente del filosofo spagnolo Fernando Savater che...