Slow Food: “Famiglia Principe 1968” a Nocera Superiore diviene “eccellenza”

Atmosfera calda, familiare e l’amabile sorriso di un galante gentiluomo d’altri tempi ad accogliermi all’ingresso.

Questa è la cornice pittoresca in cui mi sono ritrovata recandomi presso l’Osteria “Famiglia Principe 1968”. Vengo accolta dalla “memoria storica” del locale: il signor Vincenzo Principe e la signora Rosanna che mi guidano nella zona bar e mi offrono, nel rispetto della nostra “cura dell’ospite” una tazza di caffè fumante.

La nostra chiacchierata ripercorre la storia della Famiglia Principe, dediti alla ristorazione dal 1968; è singolare come dalle parole di don Vincenzo, intrise d’affetto per i “suoi storici” clienti, traspaia una passione viscerale per il suo lavoro, fatto di sacrifici e rinunce, di periodi d’oro e periodi bui, ma alle soglie dei 50 anni d’attività, ancora capace di appassionarlo come il primo giorno.

Si unisce a noi Lorenzo, l’ostecomplicato, il nuovo volto di “Famiglia Principe 1968”. Mi incuriosisce il suo soprannome, gliene chiedo la ragione; sguardo simpaticamente beffardo, mi risponde: «Perché ho la presunzione di voler lavorare bene, di far mangiare bene i miei clienti… e proporre il giusto prezzo».

Lorenzo mi parla delle trasformazioni che il mondo della “ristorazione” ha subito negli ultimi anni, di quanto sia stato difficile riuscire a restare fedeli al “proprio modo” di far “cucina”, da quando, a seguito della liberalizzazione del settore, in tanti hanno avuto e hanno “la presunzione di improvvisarsi ristoratori”, di quanto sia “complicato” riuscire a mantenere uno standard qualitativo alto, al netto di una concorrenza sempre “meno leale” e di una clientela sempre “meno consapevole” di ciò che si ritrova nel piatto: «Ci si ingurgita nei locali “all you can eat”, ma molti ignorano che prezzo basso è indice di scarsa qualità e scarsa cura nella scelta dei prodotti».

L’ostecomplicato, fregia il suo locale, per il quarto anno consecutivo, scopro, della Chiocciola Slow FooD edizioni, garanzia di una “cucina di selezione ed elezione”, che cessa di essere merce e fonte di profitto, per rispettare chi produce, l’ambiente e il gusto.

Lorenzo Principe, per i piatti del suo menù, dal magico sapore di un tempo, sceglie prodotti da “filiera” della provincia di Salerno: dai formaggi locali, al cipollotto DOP; dal pomodoro San Marzano DOP, al Piennolo del Vesuvio IGP; dalle carni di Bufalo e Bruna Alpina, allevati e macellati in Campania, alla selezione di vini esclusivamente campani: «Nel mio locale non entrano “cataloghi”, mi servo solo di produttori locali», tutelando il suo “fare cucina” dalla trappola delle “omologazioni gastronomiche”.

In un mondo dove il cibo spazzatura è sempre più presente e il mangiare in fretta è il sintomo di un modo di vivere dove correre è necessario, le “tradizioni culinarie locali” sono un patrimonio fondamentale, da preservare e diffondere; e l’Osteria “Famiglia Principe 1968” interpreta alla perfezione questa concezione di fare impresa.

Nel corso di questo “viaggio tra i saperi e i sapori”, scopro un Lorenzo Principe impegnato in progetti di “educazione al gusto” nelle scuole, un giovane imprenditore che, nel suo essere “artigiano” del gusto, si fa strumento di conoscenza per la diffusione e la tutela dei prodotti e mestieri locali, da tutelare come “patrimonio culturale del territorio”; e nella schiettezza dei suoi modi, mi spiega:

«La “cultura del buon cibo” è un lusso che non si comprende, perché manca la presa di coscienza che ci vuole umiltà per conoscere e apprendere… bisogna partire dai piccoli, dalle origini per arrivare a cambiare le cose, a fare economia sostenibile nel nostro territorio».

Nocera Superiore si conferma terra di “saperi virtuosi” da conoscere, diffondere e tutelare, e l’Osteria “Famiglia Principe 1968” una delle eccellenze della nostra bella città.

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