La bufala è servita: il reddito agli immigrati della boldrini!
Facciamo luce sul video fake che circola in rete riguardo un presunto reddito di cittadinanza. Per la nostra rubrica “La Bufala è servita” ci occupiamo di una nuova fake-news che stavolta si presenta sotto forma di un videoclip “tagliato ad arte” che riguarda “la presidentessa” della Camera dei deputati Laura Boldrini. Infatti stavolta i “creatori di bufale” si sono davvero ingegnati, addirittura ripescando e “ri-montando” (e dunque manomettendo) un videoclip di un anno fa del presidente della Camera con lo scopo di travisarne il messaggio originale!
Il video in questione, che è stato pubblicato da una nota pagina facebook (“Basta ingiustizie”) conosciuta per i suoi contenuti tipicamente “nazionalistici” (e razzisti) e ha subito fatto il giro di tutti i “social”, ha come titolo “Gli immigrati sono senza soldi! Dobbiamo dargli un reddito di dignità!” e mostra videoclip (visionabile su questo link) “palesemente tagliato” nella parte iniziale in cui il nostro presidente della camera parla di un presunto “reddito europeo” al sostegno dei disagiati, senza però mai citare la parola “immigrati” (contrariamente a quanto afferma il fuorviante titolo del post).
Il video che circola sul web, infatti, non è altro che uno “spezzone” tratto da un intervento della Boldrini a Roma nel 2016, che a sua volta fa riferimento a un suo intervento a Vienna nel dicembre 2015, in occasione del convegno “Più slancio verso l’integrazione europea” a cui hanno partecipato molti altri esponenti dei parlamenti degli altri paesi europei. L’incontro in questione aveva lo scopo di firmare un documento per promuovere la solidarietà sociale all’interno dell’Unione europea.
Nell’intervento “completo” della Boldrini a Montecitorio si dicono, invece, queste parole: «L’Europa così com’è non fa innamorare nessuno… È incapace di rispondere alle grandi sfide globali… penso che per stimolare questa cittadinanza europea bisogna dare un segnale chiaro e forte dal punto di vista dei contenuti sociali, perché l’Europa è il continente dei diritti umani, e allora il cittadino europeo mai e poi mai dovrebbe essere lasciato al proprio destino in un momento di difficoltà o di indigenza. E quindi io proporrei una forma di reddito minimo di dignità erogato dall’Europa, non dagli Stati nazionali, come elemento identitario della cittadinanza europea. La cittadinanza europea significa che nessuno viene lasciato al proprio destino…».
Ascoltando la dichiarazione completa del nostro presidente della Camera si capisce subito che il suo “progetto” non era affatto dedicato agli immigrati, ma piuttosto a tutti i cittadini europei che si trovano a vivere in un grave stato di difficoltà economica. A tutti i cittadini europei, dunque, italiani compresi (proprio come vorrebbero tutti i membri di questi gruppi social che si uniscono perennemente sotto lo slogan “prima gli italiani”)!
Paradossalmente in questa sorta di fake-news in piena regola (“falso” reddito agli immigrati) ci sono cascati, oltre a i soliti frustrati dal sentimento “nazionalista – xenofobo” del web, anche molti sostenitori di un noto movimento politico da sempre promotore del “reddito italiano di cittadinanza”, ignorando nella loro superficialità che invece la Boldrini in questo intervento era andata ben oltre la loro idea, promuovendo infatti un vero e proprio “reddito di cittadinanza europea”!
La mamma delle “web-bufale” è (purtroppo) sempre incinta, ma in questa occasione gli “occulti seminatori di odio” sono andati ben oltre, addirittura “rimontando” un videoclip riuscendo così a travisarne completamente il messaggio originale, fatto che dimostra l’esistenza di una qualche “oscura agenzia” fabbricatrice di bufale che ha forse lo scopo di “parlare alla pancia” degli utenti per favorire i vari movimenti nazionalisti e xenofobi attualmente presenti nello scenario della politica italiana.
Ma stavolta, dal momento che con questo particolare “ingegno” sono riusciti addirittura ad affibbiare a un esponente parlamentare “dichiarazioni completamente false”, si va oltre la semplice bufala rischiando anche di sconfinare nel campo del codice penale in merito alle diffamazioni!
Francesco Bartiromo