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Partecipanti alla manifestazione di Roma contro la violenza sulle donne (Fabio Cimaglia / LaPresse)

#25Novembre Giornata mondiale contro la violenza sulle donne: cortei e manifestazioni da Nord a Sud

Ci si ferma un momento a riflettere in questa grigia domenica: ancora una volta, come ogni 25 novembre, si celebra la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, un fenomeno ancora troppo radicato nella nostra società. Tante le città d’Italia coinvolte in manifestazioni ed eventi, già da sabato 24.

La Capitale ieri è stata protagonista con la terza edizione del corteo “Non Una di Meno”: da piazza della Repubblica 150 mila i manifestanti, tanti striscioni, slogan, musica e accessori fucsia, colore chiave del corteo.

Centosei palloncini rosa alzati in cielo dallo spezzone più giovane del corteo. Ciascuno ricorda una delle donne morte nel corso del 2018 a causa della violenze subite da uomini, soprattutto da mariti e fidanzati. Il ricordo di Sara Di Pietrantonio, bruciata nella sua auto dal fidanzato alla Magliana, nel 2016, dopo esser stata strangolata; di Desirée Mariottini, la sedicenne morta per una sospetta overdose il mese scorso nel quartiere di San Lorenzo, probabilmente dopo aver subito una violenza sessuale di gruppo.

A Milano, invece, dal 23 al 25 novembre si tiene la nona edizione del “WeWorld Festival”, organizzato dall’omonima onlus: un vento in cui si alternano mostre, performance, musica, film e dibattiti sul tema. Tra gli ospiti Samantha Cristoforetti, il regista Marco Tullio Giordana, la scrittrice Simonetta Agnello Hornby e Il Terzo Segreto di Satira.

Altra iniziativa milanese, quella di molti teatri convenzionati con l’amministrazione comunale in cui verrà lasciato “un posto occupato”, in memoria di tutte le donne che hanno perso la vita a causa di atti violenti.

A Firenze invece il 25 novembre, in occasione della 40esima edizione del “Festival internazionale di Cinema e donne di Firenze” – che è ospitato dal 21 novembre al cinema La Compagnia, al Deutsches Institut Florenz, all’Institut Français Firenze e a Palazzo Coppini – saranno organizzati diversi eventi sul tema. Alle 21 sarà proiettato un film che parla di violenza sessuale, “La bella e le bestie”, di Kaother Ben Hania, che sarà poi ospite del festival.

Molte città italiane, inoltre, hanno ridipinto panchine di rosso in memoria delle vittime di femminicidio, mentre le facciate dei palazzi di moltissimi municipi verranno illuminate di arancione.

Anche la Serie A di calcio celebra la Giornata aderendo alla campagna di sensibilizzazione di WeWord #unrossoallaviolenza: calciatori ed arbirtri scenderanno in campo con un segno rosso sulla guancia e delle bambine per mano. I capitani delle varie squadre, inoltre, porteranno una fascia con il simbolo della giornata.

E dalla Capitale giunge anche il messaggio del Presidente della Repubblica: “Ogni ferita fisica e psicologica inferta a una bambina, ragazza o donna, ogni ingiustificata svalutazione delle capacità femminili sono forme di oppressione antica che rendono le donne meno libere, meno uguali, subalterne, infine vittime”– sostiene Mattarella. “Vanno superate discriminazioni, pregiudizi o stereotipi sui ruoli e sulle attitudini basati sull’appartenenza di genere iniziando dall’infanzia e in particolare dal mondo della scuola. Unico modo per prevenire – conclude il Presidente – è operando una profonda trasformazione culturale che trova il suo miglior esito nella promozione del rispetto e nell’affermazione delle donne nella società”.

Forse una giornata di commemorazione e manifestazioni non sarà sufficiente per smuovere nel profondo gli animi dei violenti aggressori, persone che non conoscono altro linguaggio che quello della violenza. Ma è con piccole gocce che si smuovono i grandi oceani.

I dati forniti dalla Polizia purtroppo non sono ancora confortanti:32 i femminicidi registrati in Italia nei primi nove mesi del 2018, mentre in calo risultano i cosiddetti reati-spia, come maltrattamenti in famiglia, stalking, percosse, violenze sessuali. Parallelamente crescono denunce ed arresti. L’Associazione Di.Re (Donne in rete contro la violenza) conferma poi l’identikit dell’aggressore, il 65% è italiano. Gli ultimi dati Istat fanno inoltre sapere che le donne che si sono rivolte ai Centri antiviolenza nel 2017 sono state oltre 49 mila, di queste oltre 29 mila hanno cominciato un percorso di uscita dalla violenza.

Perché il 25 novembre si celebra la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne?

Come mai proprio il 25 novembre? L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite non ha fatto altro che ufficializzare una data che è stata scelta nel 1981 a Bogotà da un gruppo di donne attiviste, le quali si sono riunite nell’Incontro Femminista Latinoamericano e dei Caraibi. Il 25 novembre del 1960 tre donne, le sorelle Mirabal (considerate delle rivoluzionarie a seguito del loro impegno nel contrastare il regime di Rafael Leonidas Trujillo, il dittatore che afflisse per oltre 30 anni la Repubblica Dominicana) furono torturate e uccise da dei militari, dopo essere state sequestrate dagli stessi lungo il cammino per la prigione in cui erano detenuti i propri mariti. I brutali assassini gettarono poi in un dirupo l’auto contenente i corpi delle donne per simulare un incidente.

Raffaella Grimaldi

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