AL TEATRO DIANA ALESSANDRO HABER E LUCREZIA LANTE DELLA ROVERE IN SCENA CON “IL PADRE”
“Il 6 dicembre il Teatro Diana di Nocera Inferiore ospiterà la performance teatrale “Il Padre” con Alessandro Haber e Lucrezia Lante della Rovere, in sala alle ore 21.00 . Prima dello spettacolo incontro con il pubblico e gli attori protagonisti.”
Svegliarsi e non sapere se è giorno o notte, se le persone che
ci circondano sono reali o meno, se i nostri affetti sono vicini o lontani:
questo il dramma de “Il Padre”, uomo moderno, forte un tempo, che si
ritrova a ridisegnare i confini della realtà e, a combattere per capire il
vero. Il protagonista, Andrea, è infatti affetto dal morbo di Alzheimer,
malattia che non lascia scampo alla ragion del vero e di cui si vedrà il
progredire all’interno di tutta l’opera.
A portare in scena il testo di Florian Zeller dall’omonimo titolo, una
favolosa interpretazione di Alessandro Haber e Lucrezia Lante della Rovere,
con la regia di Pietro Maccarinelli. Rinnovato il quarto anno di tour de
“Il Padre” in centinaia di teatri italiani grazie all’enorme successo.
La scorsa settimana è stato il turno del Teatro Diana di Nocera Inferiore
ad ospitare la pièce il giorno 6 dicembre. Non solo lo spettacolo, ma anche un
incontro ravvicinato con i protagonisti dell’opera: Alessandro Haber, Lucrezia
Lante della Rovere, Daniela Scarlatti, Paolo Giovannucci e Ilaria Genatiempo
hanno incontrato una ristretta fetta di pubblico affezionato. Come sempre
accade in questi confronti, anche questo gruppo di attori è sceso “tra i comuni
mortali” con grande umiltà, pronti a soddisfare le nostre curiosità e a ridere
e scherzare insieme.
Da due anni, ormai, il Teatro Diana è impegnato ad organizzare incontri
culturali con gli attori protagonisti delle perfomance teatrali e parte del
pubblico dedito all’arte.
Organizzatore culturale degli incontri è Giuseppe Mascolo, ex direttore del Teatro Bellini di Napoli, ex assessore alla Cultura e Turismo del Comune di Comuni come Angri, Amalfi e Minori, nonché autore di molti saggi sul teatro. Tra i nomi che si sono susseguiti al Diana Claudia Cardinale, Massimo Dapporto, Serena Autieri, Mariangela d’Abbraccio, Debora Caprioglio e Toni Servillo.
“Folgorato dalla
potenza del testo di Zeller” – si dichiara Haber, avvisando lo spettatore dello
scardinamento della logica delle realtà operata dal protagonista da lui
interpretato. Lucrezia, invece, ci racconta di ciò che ama nel suo lavoro,
ovvero di trovare sempre stimoli e progetti interessanti che le permettano di
cimentarsi sempre in cose nuove. “Molto felice, di lavorare ancora, ormai da
tanto, con Haber, uno dei suoi colleghi preferiti”, conclude la bellissima
attrice.
Una squadra molto affiatata e un risultato toccante: non è facile convincere ed
entusiasmare il pubblico, specialmente in una realtà di provincia in cui, senza
togliere nulla alle piccole realtà, potrebbe non essere facile trovare tanti
amanti del teatro.
Magistrale l’interpretazione di Haber: da scorbutico e dispotico
anziano, a uomo indifeso e disarmato. All’inizio le scaramucce tra padre e
figlia sono fonte di sorriso, in quanto la malattia è ancora agli inizi e le
situazioni che si creano comiche (l’orologio perso che nasconde ogni volta lui
stesso, ecc). La situazione poi diventa sempre più drammatica e la perfetta
interpretazione di Lucrezia fa capire, con un po’ di dolore, quanto sia
difficile prendersi cura di queste persone, che per quanto amate siano, alla
fine della loro vita restano inevitabilmente sole. E così il finale si
prospetta struggente: Andrea, il padre, è ormai ricoverato in una casa per
anziani e Anna, la figlia, a Londra con il nuovo compagno. Percepire la realtà
ormai gli risulta difficile e ogni giorno bisogna ricordargli che l’unico suo
affetto è ormai lontano, che pensa a lui e che torna spesso. Andrea combatte
ancora con la sua mente, resiste, ma infine crolla e si affida alla sua infermiera.
Da uomo forte e scontroso, ormai è più indifeso di un bambino: nella scena
finale, accucciato al braccio della sua infermiera, chiede con voce stanca e
tremula e sguardo dolce di poter tornare “a casa”. Senz’altro il momento più
toccante e struggente di tutta l’ora e quaranta di perfomance.
Chapeau per Haber. Ottima interpretazione di Lucrezia, che in alcuni momenti ricrea un personaggio femminile molto dolce e realmente costernato dinnanzi alla difficoltà di affrontare la situazione. La mente di Andrea alternerà per tutta l’opera scenari reali e non: a volte vede l’ex marito della figlia, altre volte l’attuale compagno. Alcune volte non riconosce la figlia stessa e non riuscirà mai ad accettare la scomparsa della figlia minore, di cui attende ancora il ritorno. Un labirinto mentale messo in scena grazie alla presenza del resto del cast, personaggi secondari ma importanti, tutti interpreti di livello.
Promossa a pieni voti la perfomance e l’intero cast. Toccante il modo in cui viene presentato un problema molto attuale, la cura dell’anziano, in questo caso malato di Alzheimer. Non è semplice, nella frenesia quotidiana trovare il tempo di accudire l’anziano, ma ancora più difficile è saper rapportarsi ad una malattia che non segna tanto il corpo ma la mente. Di qui l’importanza degli operatori sanitari e di tutte le associazioni che lavorano con questo tipo di malati.
Prossime messe in scena de “Il Padre” a Catania l’11 dicembre 2018 e a Noto (SR) il 18 dicembre 2018.
Raffaella Grimaldi