BlockChain la rivoluzione Sociale
La blockchain oltre ad essere una rivoluzione tecnologia sarà sempre più una rivoluzione sociale. Ma cos’è la blockchain? È la tecnologia che è dietro alle criptovalute, la più famosa è il BitCoin. Nata ormai più di 11 anni fa nel 2008 a valle della crisi della Lehman Brothers, quando Satoshi Nakamoto (nome di fantasia non si è ma saputo chi fosse, forse anche più di una persona) pubblicò il White Paper della moneta elettronica. La blockchain è un registro strutturato come una catena di blocchi contenenti le transazioni e la cui validazione è affidata a un meccanismo di consenso, distribuito su tutti i nodi della rete. Le principali caratteristiche delle tecnologie basate sulla blockchain sono l’immutabilità del registro, la tracciabilità delle transazioni e la sicurezza basata su tecniche crittografiche. Per renderla più semplice: è come un libro mastro, dove tutte le pagine sono i nodi che compongono la catena e per modificare una sola pagina si devono modificare tutte quante.
Utilizzando i registri distribuiti, detti anche DLT (Distributed Ledger Technology), attraverso gli smart contract (contratti intelligenti), si possono creare applicazioni e processi innovativi. Tutto questo grazie anche alla nascita di Ethereum che è una piattaforma software basata su blockchain che consente agli sviluppatori di creare applicazioni decentralizzate. La decentralizzazione garantisce che questi vengano eseguiti senza possibilità di censura, banalmente, nessuno può spegnere Ethereum fin quando anche una sola copia della blockchain sarà disponibile su un computer. Per far parte della catena della blockchain e diventare un Miner che valida il codice immesso, c’è bisogno di una grande potenza computazionale e, inizialmente, questo era l’ostacolo più grande per la diffusione della blockchain. Ma grazie alla maggiore diffusione del cloud computing ora è molto più facile e meno costoso.
Gli ambiti applicativi e i settori sono molteplici, dalle transazioni finanziarie, al tracciamento della filiera del cibo, alle intermediazioni immobiliari, alle assicurazioni e molto altro.
Una rivoluzione sociale, perché attraverso la “fiducia” del contratto e la disintermediazione è molto più semplice accedere a servizi che potrebbero creare direttamente le istituzioni. Pensiamo solamente alla contrattazione di un immobile: il catasto pubblica tutti i dati che riguardanti l’edificio, se ci sono state variazioni nelle planimetrie, quanti proprietari ci sono stati, la classe energetica ecc. quindi è trasparente e sicuro perché non si possono modificare i dati e potrebbe anche non servir un notaio per tutte le pratiche di compravendita. Oppure come l’assicurazione sul viaggio creata dalla francese Axa che, tramite l’utilizzo di smart contracts e di Ethereum, permette ai suoi assicurati di avere il rimborso immediato se il volo ritarda più di due ore. Oppure ancora, la tracciabilità del cibo come stanno già stanno facendo Carrefour e Barilla. Si potrebbero creare delle piattaforme simili a Uber o AirB&B, dove però i ricavi sono ridistribuiti direttamente sugli autisti o su chi affitta le case.
L’utilizzo delle blockchain avrebbe ancora più peso, ipotizzandone l’impiego in ambito sociale: si possono creare, infatti, applicazioni per i diritti d’autore, dove gli artisti possono decidere come far utilizzare le proprie opere, oppure applicando lo stesso strumento alle donazioni per catastrofi naturali o per la ricerca dove chi effettua la donazione, non essendoci intermediario, vedrà l’intera somma destinata alla causa e il donatore potrebbe addirittura conoscere l’utilizzo della propria donazione direttamente attraverso la blockchain. O anche per le votazioni online, pensiamo ad esempio alla piattaforma Rousseau (alla ribalta dopo con la formazione del nuovo governo), che non è trasparente perché gestita direttamente dalla società che fa capo al Movimento 5 stelle, utilizzando la blockchain si avrebbe la sicurezza dell’immodificabilità del voto.
Le sei leggi di Melvin Kranzberg storico e accademico statunitense aiutano meglio a capire questa rivoluzione:
Le sei leggi sulla tecnologia di Melvin Kranzberg
- La tecnologia non è né buona né cattiva; non è neanche neutrale.
- Le invenzioni sono le madri delle necessità.
- La tecnologia arriva in blocchi, grandi e piccoli.
- Sebbene la tecnologia possa essere un elemento fondamentale in molte questioni pubbliche, i fattori non tecnici hanno la precedenza nelle decisioni tecnico-politica.
- Tutte le storie sono rilevanti, ma la storia sulla tecnologia è la più rilevante.
- La tecnologia è una vera attività umana – così come la storia della tecnologia.
Fonte:Wikipedia
Marco Caruso