TV E DINTORNI: “MALEDETTI AMICI MIEI” LA QUALITÀ NON PREMIA.
Nonostante il parere positivo della critica, la qualità di protagonisti e ospiti il programma di RAI2 non decolla e rimane un prodotto di nicchia.
Va dato atto al direttore della rete, Carlo Freccero, di aver operato una scelta coraggiosa, portando in prima serata uno spettacolo diverso, fatto da attori tra i migliori del panorama cinematografico italiano.
Un contenitore
dove, tra il goliardico e l’impegnato, si alternano pezzi di varietà e di
teatro. Ed è forse a quest’ultima forma
d’arte, quella teatrale, cui il pubblico televisivo italiano è poco avvezzo e
ne è poco attratto.
Per il resto la squadra formata da Alessandro Haber, Margherita Buy, Sergio
Rubini, Rocco Papaleo, Giovanni Veronesi e Max Tortora, si diverte e diverte,
in maniera intelligente. Chi scrive ha qualche riserva proprio su Tortora:
l’attore romano alterna pezzi di assoluta bravura ad altri che francamente poteva
risparmiarci, abbassando di molto il livello del programma, laddove si produce
in macchiette che non hanno un risultato
trasgressivo, al quale vorrebbero mirare, ma solo il senso di una gratuita volgarità.
Per il resto, il racconto del mondo del cinema è portato avanti anche attraverso
le esperienze degli ospiti, i pezzi teatrali, specie di Haber, gli interventi
di cantanti e musicisti di assoluto livello. La stessa sigla iniziale, cantata
e suonata, dal vivo da Paolo Conte e la sua band (ogni sera un brano diverso
tratto dal suo repertorio) e la bella sigla di chiusura di Giuliano Sangiorgi
dei Negramaro, sommate al senso di improvvisazione (assolutamente studiata)
nella conduzione del programma ne fanno un prodotto di rara bellezza anche se
mirato ad un pubblico dal palato fine.
Ed è proprio questo il limite di “Maledetti amici miei”: il suo stesso target. In un palinsesto televisivo fatto da TV del dolore, TV spazzatura, da programmi per guardoni, da urla, da risse verbali e sempre più spesso anche fisiche, rivolto ad un pubblico che si siede davanti alla “magic box” per vederci riflesse le proprie frustrazioni, le proprie paure, un pubblico sempre più ansioso di vedere i personaggi dello schermo come uno specchio dei propri difetti, beandosi e illudendosi che siano la norma perché così “dice” il moderno, ma quasi superato, “specchio magico”.
Il programma di
RAI2 è una boccata d’ossigeno, un concerto jazz in mezzo a tanta musica stonata
e urlata, un inno alla bellezza della parola e della buona musica, ma proprio
per questo, in antitesi con il trend del momento, e dunque rischia di chiudere
prima del previsto.
Bisogna in ogni caso rimarcare le buone scelte di Mamma RAI degli ultimi tempi,
come “Ulisse, il piacere della scoperta” della corazzata Alberto Angela, che
dopo le prime puntate con le quali ha stracciato “Amici Celibrites” della De
Filippi, si è dovuto arrendere contro il talent
dell’ ammiraglia Fininvest “Tu SI
QUE Valez”.
Anche sul piano degli sceneggiati (perché chiamare fiction un buon prodotto tutto italiano?) la Rai punta sulla qualità. Da poco è terminato “Rocco Schiavone” e ancora stanno andando in onda le repliche del sempre verde “Commissario Montalbano”. Buono anche “Imma Tattarani, sostituto procuratore” con buoni risultati nello share. In attesa di “Pezzi Unici” con Sergio Castellito.
Da registrare i 6.000.000 di spettatori per l’anteprima di ” Viva RaiPay” di Fiorello su Rai Uno, di fatto la presentazione del primo varietà prodotto per una piattaforma digitale.
Il bel film dedicato alla difficile gestione dei terreni confiscati alla mafia, “Una storia di coraggiosa legalità” con Rubini e Accorsi, perde contro la partita Borussia Dortmund – Inter, 2.800.000 contro 4.400.000 spettatori.
Numeri alti anche per il reality “Il Collegio” di RAI2 con 2.486.000 spettatori.
Ritornando a “Maledetti amici miei”, non raggiunge neppure il milione, meno della puntata di “Non è la D’Urso” di Canale 5, che con ospiti come Rocco Siffredi e figli, una coppia di scambisti, Pupo, con le sue due donne amate in contemporanea e felici di questo, Morgan che non si è presentato ecc…ha portato a casa 2.103.000 spettatori.
Proprio per questo vogliamo concludere con: «grazie mamma RAI perché hai ancora il coraggio di provarci.» Firmato: un palato fine.
Antonello Rivano