REDDITO DI CITTADINANZA. FACCIAMO IL PUNTO.
In un clima estremamente confuso rispetto alle misure di sostegno al reddito nel nostro Paese, parliamo di Reddito di Cittadinanza con Galante Teo Oliva, Confunisco Nocera Superiore.
Teo, a un anno dal varo di questa misura tanto discussa, come si è rivelato il Reddito di Cittadinanza?…ha tenuto fede alle aspettative?
«Le aspettative su questa misura erano davvero alte un anno fa! E’ stata una misura accolta con grandi speranze, soprattutto da noi che operiamo a stretto contatto con il cittadino e ci confrontiamo quotidianamente con “il bisogno”, il più delle volte diventando il solo organo di mediazione tra la comunità e gli enti istituzionali. E’ una misura nata come virtuosa azione di sostegno attivo, volta ad avviare al lavoro, a restituire dignità alle persone … ma, fallito nei numeri il progetto “navigator”, si è ridotta ad una misura assistenzialistica fine a se stessa e che tale resterà anche nei successivi 18 mesi di proroga. Un beneficio acquisito, monco a tutti gli effetti delle sue finalità principali. La stessa finalità di sostegno al reddito, nella pratica si è rivelata non rispondente al reale bisogno dei nuclei familiari percettori. Le somme di denaro erogate, infatti, non sono commisurate al reale bisogno delle famiglie, per cui ci ritroviamo somme di denaro molto più alte erogate a famiglie con figli maggiorenni rispetto ai nuclei familiari con figli minori. Inoltre, l’ISEE come sistema di valutazione della reale condizione economica delle famiglie, non è affidabile, specie con le modifiche introdotte nel 2020. Infatti l’ISEE2020 farà riferimento alla situazione reddituale e patrimoniale al 31/12/2018, e l’ISEE Corrente permetterà modifiche solo alla situazione reddituale e non alla patrimoniale. E si sa, in due anni le cose possono cambiare fino a stravolgersi.»
Negli ultimi giorni abbiamo sentito parlare di P.U.C.( Progetti Utili alla Collettività) e di come possano essere nuove e reali opportunità di lavoro per i percettori di R.d.C..
«I P.U.C. sono sicuramente uno strumento che può rivelarsi utile, ma riguarderà una minima parte dei beneficiari del Reddito. Sono esclusi ad esempio i percettori con figli minori, gli invalidi o chi ha già un lavoro part-time e comunque ogni caso va valutato singolarmente. Certo restano un’ottima iniziativa, non sufficiente se resta il solo strumento di avviamento al lavoro.»
Teo, la misura del R.d.C., stando alla tua percezione, che impatto ha avuto sulla situazione sociale della comunità?
«L’impatto è stato senza dubbio duale. Certamente ha garantito un “sussidio” a chi era in situazioni di indigenza, dunque positivo, ma non tralasciamo il rovescio della medaglia. Mentre tra i giovani è stata vista come una speranza, un’opportunità da cogliere per l’avviamento al lavoro, per la maggior parte dei percettori più in avanti con l’età è stata intesa, invece, come un sussidio che ha allontanato spesso da un mondo del lavoro sottopagato e mortificante. Da qui una sorta di invidia sociale si riscontra tra chi non ha i requisiti di assegnazione del R.d.C. e la cosa è davvero preoccupante.»
Antonia Pannullo