LETTERE ALL’ITALIA. IL VUOTO TRA LE BRACCIA.
Spett.le Sig Italia.
E’ il momento del vuoto, vuote le strade, i paesi, le città. Sono vuote anche le nostre braccia, tra le quali vorremmo stringere l’amico, il nonno. Vuote sono le mani, mani che anelano a toccarne altre.
Mia cara signora, ora è il momento per tutti di fare in modo che lei sopravviva, perché assieme a lei naufragheremo tutti noi, suoi figli.
Non voglio scriverle di quello che sta succedendo, molti lo stanno già facendo, tanti ben più preparati di me sull’ argomento, virologi, politici, economisti, sociologi ecc.
Io in fondo sono solo uno che spesso scrive solo con il cuore, dicono che a volte sia ancora più difficile che farlo in altri modi, più raro.
Perciò, mia carissima signora accetti queste mie riflessioni sul dopo, su quello che io spero accada una volta superato questo ostacolo. Perché lo supereremo, siamo Italiani, forse un po’ strani, disfattisti, furbetti, ma gente forte che sa essere unita quando serve.
Bella signora, io spero che quello che ci manca oggi, domani lo considereremo un dono, una fortuna, ogni volta che ci capiterà di fare quel gesto, avere quell’occasione.
Ogni volta che stringeremo una mano, ogni volta che potremo abbracciare qualcuno, tutte le volte che potremo farci un giro per le nostre belle città, visitare un museo, ammirare una piazza, godere della grandezza di un monumento.
Spero che ci ricorderemo che lei, mia stupenda signora, vada rivalutata, amata, rispettata, ammirata, tutelata.
E ancora che la politica non sia più “contro qualcuno” ma “a favore di tutti”, che una partita di calcio non sia più l’occasione per risse e violenze, che lo sport tutto sia un momento di condivisione e socialità.
Che la TV non ci faccia più vedere spazzatura, programmi in cui ci si insulta e mortifica, sogno che dopo tutto questo la “magic box” diventi un mezzo per informare, diffondere cultura, mostrare arte e promuovere spettacoli belli ed intelligenti. Allo stesso modo desidererei che la gente si ricordasse dei divieti di oggi, per apprezzare il piacere di una serata al cinema o al teatro.
E che dire
dell’importanza di incontrare gli amici, fare una cena assieme a loro,
chiacchierare in compagnia.
Avevamo dato tutto per scontato, anche le cose più semplici, pensavamo che
tutto sarebbe stato sempre così, tutto dovutoci.
Poi è successo che qualcosa di infinitamente piccolo ha stravolto le nostre vite, abbiamo provato a stringere tra le braccia ciò che avevamo, cogliendone solo ora l’importanza, ma abbiamo abbracciato solo il vuoto.
Con rispetto
Suo fiducioso
Antonello
Antonello Rivano