EMERGENZA COVID-19: IL RACCONTO DEI PICCOLI IMPRENDITORI.
Dall’inizio dell’emergenza del Covid-19 molto è cambiato nel nostro paese e ha portato a cambiare le nostre abitudini e i nostri comportamenti quotidiani. Chi ha subito più di tutti questi cambiamenti, sono le partite iva e i piccoli imprenditori, i veri motori della nostra economia, che hanno dovuto chiudere del tutto la loro attività o inventarsi cose nuove. Polis SA, come associazione di promozione sociale attiva sui territori, vuole dare voce a queste persone raccontandovi le loro storie, i loro stadi d’animo e le aspettative per il futuro, che sono devi veri e propri gridi di allarme.
Dall’inizio dell’emergenza del Covid-19 molto è cambiato nel nostro paese, che ha portato a cambiare le nostre abitudini e i nostri comportamenti quotidiani. Chi ha subito più di tutti questi cambiamenti, sono le partite iva e i piccoli imprenditori, i veri motori della nostra economica, che hanno dovuto chiudere del tutto la loro attività o inventarsi cose nuove. Polis SA come associazione di promozione sociale, presente sul territorio vuole dare voce a queste persone raccontandovi le loro storie, i loro stadi d’animo e le aspettative per il futuro, che sono devi veri e propri gridi di allarme.
Partiamo da Alessio, 40 anni chef Romano che da due anni ha deciso di fare il salto e cambiare vita, spostandosi con moglie e figli in un piccolo paese ai piedi del monte Amiata, rilevando un ristorante dove ha investito i suoi risparmi. Il ristorante di circa 40 coperti, dopo i primi dubbi da parte della popolazione locale, andava a gonfie vele, sempre pieno in particolare nei week-end, Alessio è riuscito a fondere la cucina Romana con quella toscana, ricevendo apprezzamenti da tutti le parti e dovendo spesso rifiutare prenotazioni perché il ristorante non riusciva a contenere tutti i commensali.
D: Ciao Alessio, dall’inizio della crisi per il Covid-19 come è cambiata la tua impresa e la tua vita?
R: La nostra vita e la nostra impresa è stata stravolta, perché non possiamo più ricevere clienti e di conseguenza dobbiamo stare chiusi. Prima dedicavamo tutto al ristorante per fortuna riusciamo a fare le consegne a domicilio e queste ci consente di avere la giornata impegnata, unico lato positivo possiamo stare più tempo con i bambini.
D: Cosa ne pensi del decreto “Cura Italia” fatto dal governo in merito alla tua attività lavorativa? Pensi di essere tutelato in base ai provvedimenti presi?
R: Il decreto non ha fatto nulla per la nostra categoria, ma come per tutte le altre, non c’è un aiuto nell’immediato e ci era stato promesso che i pagamenti sarebbero slittati, invece vengono solo posticipati a maggio dove dovremmo pagare l’Iva, ma come facciamo? Quello che non incassiamo oggi non lo incassiamo domani, mentre le tasse dobbiamo continuarle a pagare e maggio ci sarà da piangere. L’incentivo una tantum è una presa in giro che non ci tutela e non ci supporta, perché verrà scorporato dalle tasse.
D: Come vedi il futuro una volta che questa crisi terminerà?
R: Come lo vedo? Lo vedo molto negativo, spesso si dice che dopo una crisi ci sia un boom economico ma non credo che sia questa la situazione. Noi piccoli imprenditori che siamo il motore dell’Italia non siamo per niente tutelati, non abbiamo sovvenzioni statali esempio come L’Alitalia. Il nostro settore è un po’ più fortunato, perché sappiamo bene che le persone continueranno a mangiare, ma pensare di risolvere con 600 euro per un’azienda che sta perdendo il 75% del fatturato è un’assurdità e una presa per i fondelli. Noi non molliamo perché lo dobbiamo ai nostri figli ma rialzarsi sarà veramente dura!
La seconda storia che vogliamo raccontare è quella di Simone 35 anni, siciliano di nascita ma romano di adozione, più d 15 anni fa trasforma la sua passione l’estetica delle auto in una professione diventando un Detailer. Il car detailing è quell’insieme di operazioni racchiuse nella pulizia, nella lucidatura e nella manutenzione di un’auto. Dopo diversi anni, lavorando presso delle carrozzerie apre un suo laboratorio dove poter far al 100% questo mestiere. In poco tempo diventa un punto di riferimento nel settore, il suo sito Amatodetailing.it è presso da assalto dai “fissati” della auto, ma anche da chi vuole imparare questo mestiere, tanto che inizia anche a fare dei corsi per appassionati e addirittura crea un’associazione per il detailing che racchiude persone da tutta Italia.
D: Ciao Simone, dall’inizio della crisi per il Covid-19 come è cambiata la tua impresa e la tua vita?
R: È cambiata radicalmente, il mio lavoro è fatto di appuntamenti e di solito ne avevo almeno 8-9 al giorno, dall’inizio delle restrizioni ne ho avuto soltanto uno. Si sono fermate anche la vendita dei prodotti che utilizzo per la cura delle auto e ancora peggio i corsi che faccio, mi doveva partire una school con diversi ragazzi, che non so quando potrò recuperarla. L’incasso di marzo è pari a zero, quindi non potrà fare fronte alle varie tasse, all’affitto del capannone, al mutuo di casa. Oltre al lavoro è chiaramente cambiata anche la vita, perché con la mia compagna che è in maternità, abbiamo avuto da poco il secondo figlio e in quattro, in 80 metri quadrati non è per niente semplice, ma almeno posso passare più tempo in famiglia.
D: Cosa ne pensi del decreto “Cura Italia” fatto dal governo in merito alla tua attività lavorativa? Pensi di essere tutelato in base ai provvedimenti presi?
R: Il governo doveva tutelarci, il rinvio serve a poco perché già a febbraio abbiamo dovuto pagare Inps e Inail. Io a marzo non ho incassi e come faccio con tasse, bollette e mutuo di casa? Forse il primo incasso lo avrò a maggio e nel frattempo però devo pagare. Come io non ho incassato nulla neanche lo stato deve incassare perché non è possibile che siamo sempre noi che paghiamo. Con 600 euro non ci faccio nulla preferivo che mi azzerasse tutto e i 600 euro li metteva per la crisi a favore delle strutture sanitarie. Noi non siamo assolutamente tutelati, perché solo a pensare la burocrazia che ci vuole per sospendere il mutuo della casa ti fa passare la voglia. Hanno inserito nel decreto l’ammortamento degli affitti ma solo per i C/1, io che sono artigiano non ci rientro ma perché fare figli e figliastri? Come molti ho dei risparmi da parte ma devo solo sperare che a fine a mese vengano ulteriormente spostati i pagamenti perché altrimenti non saprei come fare.
D: Come vedi il futuro una volta che questa crisi terminerà?
R: Lo vedo molto tosto, perché i miei clienti sono per lo più persone facoltose del settore del turismo, che è quello che è stato maggiormente colpito e quando si ripartirà il loro pensiero non sarà l’auto e quindi il mio lavoro ripartirà dopo molti mesi. Ma vista questa crisi, mi sto ingegnando per trovare un nuovo business tipo la sanificazione degli ambienti che con il credito d’imposta che hanno inserito del 50% potrebbe essere utili per aziende e anche per i privati, ma anche qui non si capisce bene e stiamo studiando il decreto. Il futuro non lo vedo roseo ma come sempre non mi abbatto e vado avanti!
Partiamo da Alessio, 40 anni chef Romano che da due anni ha deciso di fare il salto di qualità e cambiare vita, spostandosi con moglie e figlie ad Abbadia San Salvatore, piccolo paese ai piedi del monte Amiata, rilevando il ristorante il “Gatto e la Volpe” dove ha investito tutti i suoi risparmi e dove lavora con la moglie e i quattro dipendenti tutto il giorno. Il ristorante di circa 40 coperti, dopo i primi dubbi da parte della popolazione locale, “E’ arrivato il Romano..” andava a gonfie vele, sempre pieno in particolare nei week-end. Alessio è riuscito a fondere la cucina Romana con quella toscana, ricevendo apprezzamenti da tutti le parti e dovendo spesso rifiutare prenotazioni perché il ristorante non riusciva ad accontenere tutti i commensali.
Ciao Alessio, dall’inizio della crisi per il Covid-19 come è cambiata la tua impresa e la tua vita?
«La nostra vita e la nostra impresa è stata stravolta, perché non possiamo più ricevere clienti e di conseguenza dobbiamo stare chiusi. Riusciamo a fare le consegne a domicilio e queste ci consente di avere la giornata impegnata, unico lato positivo possiamo stare più tempo con i bambini.»
Cosa ne pensi del decreto “Cura Italia” fatto dal governo in merito alla tua attività lavorativa? Pensi di essere tutelato in base ai provvedimenti presi?
«Il decreto non ha fatto nulla per la nostra categoria, ma come per tutte le altre, non c’è un aiuto nell’immediato e ci era stato promesso che i pagamenti sarebbero slittati, invece vengono solo posticipati a maggio dove dovremmo pagare l’Iva, ma come facciamo? Quello che non incassiamo oggi non lo incassiamo domani, mentre le tasse dobbiamo continuare a pagarle e a maggio ci sarà da piangere. L’incentivo una tantum è una presa in giro che non ci tutela e non ci supporta, perché verrà scorporato dalle tasse».
Come vedi il futuro una volta che questa crisi terminerà?
«Come lo vedo? Lo vedo molto negativo, spesso si dice che dopo una crisi ci sia un boom economico ma non credo che sia questa la situazione. Noi piccoli imprenditori che siamo il motore dell’Italia non siamo per niente tutelati, non abbiamo sovvenzioni statali esempio come L’Alitalia. Il nostro settore è po’ più fortunato, perché sappiamo bene che le persone continueranno a mangiare, ma pensare di risolvere con 600 euro per un’azienda che sta perdendo il 75% del fatturato è un’assurdità e una presa per i fondelli. Noi non molliamo perché lo dobbiamo ai nostri figli ma rialzarsi sarà veramente dura!»
La seconda storia che vogliamo raccontare è quella di Simone 35 anni, siciliano di nascita ma romano di adozione. Più di 15 anni fa, trasforma la sua passione, l’estetica delle auto, in una professione diventando un Detailer. Il car detailing è quell’insieme di operazioni racchiuse nella pulizia, nella lucidatura e nella manutenzione di un’auto. Dopo diversi anni, lavorando presso delle carrozzerie apre un suo laboratorio dove poter far al 100% questo mestiere. In poco tempo diventa un punto di riferimento nel settore, il suo sito Amatodetailing.it è preso d’assalto dai “fissati” della auto, ma anche da chi vuole imparare questo mestiere, tanto che inizia anche a fare dei corsi per appassionati e addirittura crea un’associazione per il detailing che racchiude persone da tutta Italia.
Ciao Simone, dall’inizio della crisi per il Covid-19 come è cambiata la tua impresa e la tua vita?
«È cambiata radicalmente, il mio lavoro è fatto di appuntamenti e di solito ne avevo almeno 8-9 al giorno, dall’inizio delle restrizioni ne ho avuto soltanto uno. Si sono fermate anche la vendita dei prodotti che utilizzo per la cura delle auto e ancora peggio i corsi che faccio, mi doveva partire una school con diversi ragazzi, che non so quando potrò recuperarla. L’incasso di marzo è pari a zero, quindi non potrà fare fronte alle varie tasse, all’affitto del capannone, al mutuo di casa. Oltre al lavoro è chiaramente cambiata anche la vita, perché con la mia compagna che allatta, abbiamo avuto da poco il secondo figlio e un altro scatenato di 5 anni, in 80 metri quadrati non è per niente semplice, ma almeno posso passare più tempo in famiglia.»
Cosa ne pensi del decreto “Cura Italia” fatto dal governo in merito alla tua attività lavorativa? Pensi di essere tutelato in base ai provvedimenti presi?
«Il governo doveva tutelarci, il rinvio serve a poco perché già a febbraio abbiamo dovuto pagare Inps e Inail. Io a marzo non ho incassi e come farò con tasse, bollette e mutuo di casa? Forse il primo incasso lo avrò a maggio e nel frattempo però devo pagare. Come io non ho incassato null, neanche lo Stato deve incassare, perché non è possibile che siamo sempre noi che paghiamo. Con 600 euro non ci faccio nulla, preferivo che mi azzerasse tutto e i 600 euro li metteva per la crisi a favore delle strutture sanitarie. Noi non siamo assolutamente tutelati, perché solo a pensare alla burocrazia che ci vuole per sospendere il mutuo della casa, la voglia ti passa! Hanno inserito nel decreto l’ammortamento degli affitti ma solo per i C/1, io che sono artigiano non ci rientro. Perché fare figli e figliastri? Come molti ho dei risparmi da parte ma devo solo sperare che a fine a mese vengano ulteriormente spostati i pagamenti perché altrimenti non saprei come fare».
Come vedi il futuro una volta che questa crisi terminerà?
« Lo vedo molto tosto, perché i miei clienti sono per lo più persone facoltose del settore del turismo, che è quello che è stato maggiormente colpito, e quando si ripartirà il loro pensiero non sarà l’auto e quindi il mio lavoro ripartirà dopo molti mesi. Ma vista questa crisi, mi sto ingegnando per trovare un nuovo business, tipo la sanificazione degli ambienti che, con il credito d’imposta che hanno inserito del 50%, potrebbe essere utile per aziende e anche per i privati, ma anche qui non si capisce bene e stiamo studiando il decreto. Il futuro non lo vedo roseo ma come sempre non mi arrendo e vado avanti!»
Marco Caruso