ISERNIA. 50 ANNI DALLA NASCITA DELLA PROVINCIA
E’ una storia antica quella narrata una mattina in cui si festeggia il cinquantenario della nascita della Provincia di Isernia, in un aula gremita di curiosità, prima che l’epidemia da COVID – 19 mettesse in stallo le nostre vite e l’intera Nazione: nell’immediato dopoguerra un adolescente inizia ad appassionarsi di una politica genuina, quella al servizio degli altri, a difesa della fratellanza ed al di là della diversità. Negli anni del dopoguerra, Isernia fa fatica a rialzarsi così sommersa dalla disoccupazione, dalla mancanza di infrastrutture ma ha in seno una sorta di spavaldi eroi che rivendicano la rinascita di una cittadina che proprio in quei tempi difficili meritava per posizione, bellezza paesaggistica, patrimonio culturale un giusto insediamento produttivo ed uno sviluppo agricolo e industriale che avrebbe dato lustro alle zone dell’alto Molise. Isernia meritava di diventare Provincia E l’impegno ed i discorsi di Enrico Santoro, che fu sindaco di questa cittadina dal 1964 al 1973, determinarono il riconoscimento da parte del Parlamento nazionale nell’eleggere Isernia come seconda provincia molisana (che comprenderà 52 comuni ). L’entusiasmo, l’ostinazione, la volontà ferrea, ferma e decisa dell’uomo e politico Santoro riuscirono a ribaltare le sorti di un territorio sommerso: il 3 marzo 1970 Isernia diventa la 94° provincia d’Italia. Nel libro che proprio Enrico Santoro scrive e presenta per le celebrazioni dell’anniversario dell’istituzione della provincia, vengono menzionati personaggi politici ed amministratori di quei tempi che costruirono il futuro di questo territorio. “I cinquant’anni della Provincia di Isernia e altri discorsi” edito da Editoriale scientifica, con la prefazione del giornalista Giovanni Petta e la presentazione di Girolamo La Penna, ripercorre i cinque anni di lotta assidua per il riconoscimento di Isernia a provincia. Enrico Santoro, che lo stesso La Penna definisce “anima di questo movimento” descrive con minuziosità la caparbietà sua, dei cittadini e degli amministratori che aspiravano all’autonomia perché la cittadina fosse inserita nella vita produttiva di tutta la nazione. Un ideale comune, senza bandiere diverse, che inaugurano un’epoca che riorganizzò la vita sociale della cittadina che aumentò nel suo aspetto demografico e nella sua capacità produttiva e culturale sino a giungere agli straordinari anni ottanta che lo stesso Santoro reputa come i migliori per tutto il territorio regionale: l’avvio della realizzazione della rete ospedaliera, dell’università, del conservatorio, la metanizzazione, l’istituzione dei Piccoli Insediamenti Produttivi, l’approvazione del piano della grande viabilità. Tutto scritto nelle pagine del suo libro, presentato nell’aula consiliare di Palazzo San Francesco, alla presenza del sindaco D’Apollonio e del presidente della Provincia di Isernia Ricci, che accolgono i suoi insegnamenti: gli interessi per il bene comune debbono essere omogenei senza lotte di potere interne ed il passato deve servire per prendere esempio nel cercare soluzioni che, in questi tempi, possano far riemergere la provincia da uno spaventoso regresso economico ed occupazionale che minaccia queste belle terre. “E’ storia, la nostra” si legge nella testimonianza di Santoro. Sta a chi crede che una rinascita possa davvero realizzarsi seguire gli stessi ideali.
L’isernino Enrico Santoro, laureato in Giurisprudenza, è stato dirigente della DC dal 1955. Consigliere comunale di Isernia nel 1956 ed assessore nel 1960, è diventato sindaco della cittadina nel 1964 fino al 1973. Consigliere regionale del Molise dal 1980, è stato assessore al Turismo, Sport, Sicurezza Sociale, ai Lavori Pubblici, alla Sanità. E’ stato vice presidente e presidente della Regione Molise e presidente, nel 1992, della Conferenza Stato-Regioni.