Il mondo nuovo 1932/2020
Secondo Gordon Linfield, direttore di Technology Review, rivista della prestigiosa Università Massachusetts Institute of Technology, <<non ha senso dunque illuderci che lo stop a cui siamo sottoposti sia di breve termine. Ci muoveremo in terra incognita. Qualunque programma importante abbiamo nel cassetto in questo lasso di tempo (matrimonio, figli, viaggi, cambio di lavoro, etc.) dovrà tenerne conto. Persino le scuole potrebbero restare chiuse, in mezzo Occidente, con effetti sui bambini mai osservati prima. L’Unione europea e altre istituzioni sovranazionali dovranno cambiare radicalmente per non perire. Ma, anche se non si sa esattamente quando, la parte più cruda del conflitto finirà’ .>>
Riflettiamo un attimo: per fermare il Coronavirus dovremo cambiare radicalmente quasi tutto quello che facciamo: come lavoriamo, facciamo ginnastica, socializziamo, facciamo shopping, gestiamo la nostra salute, educhiamo i nostri figli, ci prendiamo cura dei nostri familiari.
Diffideremo dei bar troppo affollati e delle discoteche, delle nostre spiagge zeppe fino al parossismo, delle panchine già occupate da un altro, dei rumorosi gruppi delle palestre (sempre fuori capienza), dei treni per andare al lavoro, dei cinema del sabato e delle pizzerie della domenica.
Dovremo fare i conti con un’economia ‘rinchiusa, confinata e sospettosa’( lo raccontano i libri di storia: le società moderne reagivano, all’avanzare delle pestilenze, riproponendo il vecchio modello feudale, riscoprendo una quotidianità chiusa ed immobile), perché il panico da contagio è destinato a restare.
E’ possibile che se ne avvantaggi l’economia on demand, già in crescita prima della pandemia, ordineremo da casa quadri, mobili, libri, il film per trascorrere il sabato sera in compagnia, la cena romantica, praticamente senza muoverci in un’atmosfera asettica e falsamente confortevole.
Vivremo un ‘distanziamento sociale’ che sarà più lungo della pandemia, lasciando un posto vuoto accanto a noi al cinema e, magari, prenotando un intero palco a teatro e un intero ristorante per due (dopo gli esami di rito che ne certificheranno l’immunità). A noi donne piaceva tanto…. faceva tanto C’era una volta in America con un Robert de Niro che levati! Peccato che sarà solo effetto della paura.
Ebbene, scorrendo i titoli della mia libreria mi capita tra le mani il romanzo di Aldous Huxley, Il mondo nuovo. Uno scritto ‘distopico’, ‘prevedibile’ sulle basi di un presente che cominciamo a percepire come minaccioso ed indesiderabile. Il mondo nuovo, pubblicato nel 1932, descrive infatti un mondo del futuro (attorno al 2540 circa) in cui tutta la Terra è sotto il potere di dieci “controllori” e l’intera società è rigidamente controllata tramite pratiche scientifiche che vanno dal controllo delle nascite all’indottrinamento psicologico fino alla selezione, per via eugenetica, della razza umana. Nella visione negativa di Huxley rientrano le tensioni del periodo storico in cui vive: siamo al culmine della produzione di massa e dell’americanizzazione dei costumi, degli sconvolgimenti politico-sociali successivi al primo conflitto mondiale e dell’affermarsi dei totalitarismi che misero fine alle libertà individuali per lungo tempo.
La Terra è soggetta al controllo di un governo unico. Tutti i riferimenti al passato, compresi i libri, sono stati distrutti e i cittadini sanno solamente che il nuovo mondo è uscito da una lunga e devastante guerra, iniziata negli anni Quaranta del Novecento, che ha spazzato via ogni tipo di organizzazione precedente.
L’obiettivo del governo mondiale è quello di assicurare a tutti ordine e pace, secondo il motto: “Comunità, Identità, Stabilità”. Il nuovo ordine mondiale si basa su principi eugenetici, che regolano strettamente la nascita dei bambini in laboratorio per via extrauterina. La manipolazione genetica degli embrioni e del loro sviluppo permette anche di suddividere la società in classi, secondo le capacità intellettive e fisiche dell’individuo. Al livello più alto della società stanno quindi gli alfa, che governano i vari enti, e sotto di loro troviamo i beta, che hanno responsabilità amministrative. Al livello più basso della società c’è un terzo gruppo dalle scarse capacità intellettive, diviso rispettivamente in gamma, delta ed epsilon in base al quoziente di intelligenza, che si occupa dei lavori fisici. Le caste sono precisamente divise per quanto riguarda stili di vita ed abbigliamento (grigio per gli alfa, viola per i beta, verde per i gamma, color kaki per i delta, nero per gli epsilon), e non è previsto alcun modo per passare dall’una all’altra.
La tendenza alla riflessione è colpa grave, la sessualità è libera ed è incoraggiata dallo Stato (per domare eventuali ribellioni). Si tratta di una società apparentemente ‘perfetta, esclusiva e libera’, in realtà fortemente oppressiva e superficiale.
Un’altra pratica socialmente diffusa è l’assunzione di droghe, in particolare il Soma, una sostanza euforizzante che controlla l’umore e allontana la tristezza. Anche la morte, nel “mondo nuovo”, è stata esorcizzata: grazie ai progressi della medicina, gli uomini vivono sino ai sessant’anni, e poi muoiono serenamente con una dose massiccia di Soma. I due personaggi principali sono un uomo e una donna che tentano di ribellarsi al massiccio controllo del Centro di incubazione e di coordinamento.
Troppo facile dire che, oggi, questi temi risuonano ‘familiari’ alle nostre orecchie? Eppure basterà una frase slogan ripresa dal libro per convincerci che il mondo nuovo di Huxley e il mondo attuale del Coronavirus si stanno avvicinando, sentite questa:
“Il
candidato deve essere bello, in qualche modo, o virile o paterno. Deve saper
intrattenere il pubblico senza annoiarlo”
“I discorsi del
candidato-attore devono essere brevi e scattanti. I grandi problemi del momento
debbono essere liquidati in cinque minuti al massimo”
Huxley non poteva immaginare né la politica sui social, né le fake news,(e neppure qualche politico di nostra conoscenza), eppure ne scriveva, lucidamente.
Noi Europei non vogliamo più imbottirci di Soma a poco prezzo, desideriamo un mondo nuovo, per davvero, più umano e meno ‘sbagliato’ nelle politiche sociali.
Il ripiegamento della società di questi mesi è un’opportunità, non deve tramutarsi in una deriva autoritaria.
Rosaria Anna Onorato
É sorprendente come Huxley abbia anticipato lucidamente il clima tragico di totale mancanza di libertà e informazioni pilotate e dunque anche, a volte, falsate che stiamo vivendo oggi in questo clima di emergenza pandemia.
Il rischi purtroppo è la deriva autoritaria.
Sta a noi cittadini non aderire a facili e disfattiste demagogie.
Le buone letture possono ancora salvarci.