Vaco a Napoli pe n’affare
Omaggio al regista Gino Esposito
Gli applausi, le risate, l’odore delle tavole di legno, le luci, i suoni, le piume tra i capelli, gli abiti colorati di chi indossa pregi e difetti dei personaggi di una commedia.
Copioni stropicciati, trucco e parrucco, magia, fantasia, sogno o son desto, cuori pulsanti, concentrazione e via…si va tutti in scena!
Fuori dal teatro la vita continua la sua rappresentazione con o senza applausi, con o senza amore, con la realtà che spesso fa male e con la passione che può trasformare una porta in un portale.
Ciò che unisce la vita alla passione è un legame sottile, un ponte di burro che rischia di sciogliersi al sole. Tuttavia, la passione è forte, si accende di creatività, non segue le regole, ne inventa delle nuove!
Gino Esposito, tu sei stato passione, occhi sempre accesi, voce muta che parlava direttamente al cuore, storia del teatro e dei suoi personaggi, mani che non smettevano di lavorare. I tuoi presepi, la fontana, il cartongesso, le balconate erano le scenografie che disegnavano le pagine di una nuova storia che aveva bisogno del teatro per essere raccontata. Arturo, Imma, Giovanni, Andrea, Annalisa, Francesco, Ciro, Enzo, Franco, Liliana, Giorgia, Lisa, Valeria, Annamaria, Carlo, Francesca, Anna, Annachiara, Rita… poi sono arrivata io: “Piacere mi chiamo Lucia!”
“Vaco a Napoli pe n’affare!”Mi dicesti ed io venni con te, Gino, in un viaggio che iniziò tirando le corde del sipario su di una indimenticabile commedia.
Le luci ora sono spente, i teatri chiusi, non c’è nessuna commedia sui cartelloni, tanta tristezza riempie il cuore. Siamo tutti a casa senza poterci abbracciare, si chiama “distanza sociale” quella che ci fa sorridere sempre meno e ci tiene lontani, ma voglio comunque dirti una cosa:
“Quella volta a Napoli…l’affare l’ho feci io ad averti conosciuto, ad aver condiviso emozioni, espressioni artistiche e progettuali, insieme abbiamo vissuto il meraviglioso tempo di un viaggio sul palcoscenico”.
Ci sono viaggi che non hanno fine e, alla guida della tua Panda verde, chissà quanti chilometri di copioni avrai ancora da raccontare.
Buon viaggio Gino!
Lucia Quaranta