Franco De Angelis

Franco De Angelis ci ha lasciato. La storia di un pluridecorato dimenticato dallo stato.

Forse sarà ripetitivo ricordare chi era il “Brigadiere dei Carabinieri in congedo per malattia” Franco de Angelis, deceduto a 55 anni mercoledì 27 agosto, e la sua storia, ma lo riteniamo doveroso perché quello che voleva Franco era che non ci si dimenticasse di lui e di quelli come lui, che non ce ne dimenticassimo come ha fatto quello stato che aveva e che avevano servito, <<Io non combatto lo Stato. Ce l’ho con lo Stato burocratico, che a me e tanti altri come me, non vuole riconoscerci i diritti dei Servitori dello Stato>>

<<Sulle mie spalle ci sono sempre gli alamari non sono un ex carabiniere, sono un brigadiere dei carabinieri in congedo. Ex non esiste>>. Lo è stato un buon Carabiniere, un Carabiniere che Ha ricevuto la nomina a Cavaliere “al Merito della Repubblica Italiana”, due encomi solenni, sette encomi semplici, un elogio scritto e la Croce d’oro per anzianità di servizio.

Un Carabiniere che ha svolto numerose “missioni” in zone di guerra, nello specifico nei teatri operativi della ex Jugoslavia, in Bosnia-Erzegovina, dal 5 agosto 1999 al 7 febbraio 2000, presso il reggimento MSU-KFOR; dal 21 febbraio 2001 al 29 aprile 2001 in Albania, presso la Compagnia PM; dal 10 novembre 2003 al 27 maggio 2004, in Kosovo, presso il reggimento MSU-KFOR; e dal 18 marzo 2005 al 26 luglio 2005 in Kosovo, presso il reggimento MSU KFOR.” Ha lavorato, da Sarajevo a Tuzla, nella ricerca di fosse comuni, armi, droga, ricercati internazionali. Sempre a contatto con proiettili contenenti il pericolosissimo minerale.

Ed è proprio durante queste missioni che viene a contatto con “l’uranio impoverito”.
<<Lavoravamo senza attrezzature idonee: portavamo abiti civili in pieno agosto; la polvere della Bosnia ci riempiva di polvere i polmoni; lavoravamo con magliette a maniche corte, tutto questo quando gli americani usavano tute, mascherine e guantivedevamo soldati di altri Paesi scendere dagli Hammer vestiti come astronauti, non avevano un pezzettino di carne scoperto. Noi respiravamo ogni polvere>>

Franco ha avuto tumori al cervello, all’occhio, all’osso sacro e non aveva più un polmone. Tumori contratti a causa dell’uranio impoverito usato nelle missioni di pace all’estero dall’Esercito Italiano, come il ranger , deceduto a Sant’Egidio Monte Albino nel 207, la cui moglie rifiutò la corona mandata dallo Stato Maggiore delle’ Esercito con le parole <<Questo vostro pensiero non potrà mai compensare tredici lunghi anni di assurdo silenzio>>

Non ci stava Franco De Anglis che affermò. <<È davvero grave che qualcuno nello Stato si preoccupi di “far morire dignitosamente Totò Riina”. E noi che lo Stato lo abbiamo servito portando alta la bandiera dell’Italia che siamo, forse immondizia? La nostra dignità non esiste, dal momento che da anni si rifiutano di riconoscerci quei diritti che ci spettano?».

Non ci stava il Brigadiere dei Carabinieri in congedo e perché venissero riconosciuti i suoi diritti De Angelis ha scritto al Presidente della Repubblica, ai presidenti di Camera e Senato, al presidente del Consiglio, alla Difesa, al comando generale dell’Arma e al Cocer. Risposte? Nessuna.

L’inizio del suo calvario è datato 2010, quando scoprì, durante un accertamento di routine, di avere un tumore ad un polmone. <<Il 21 agosto del 2010, nel corso di un servizio antidroga, fermammo un individuo per un controllo e questi ci aggredì: la colluttazione durò 40 minuti>> Dopo lo scontro, il carabiniere si sottopose a una radiografia che evidenziò una macchia di 20 millimetri, << Ecco, la mia diagnosi precoce la devo al figlio di un boss che mi ha preso a mazzate con un bastone, la vita è veramente strana!>>

L’operazione, il ritorno alla normalità, ma nel 2014 De Angelis scopre di avere un tumore al cervello. Neppure ora l’ex “operativo” riesce a farsi riconosce la causa di servizio. <<Chiedo quanto mi spetta, lo Stato mi ha prima usato poi mi ha scaraventato nell’immondezza>>

Il medico dell’Inps lo ha offeso solo perché si è permesso di chiedere il riconoscimento dell’accompagnamento per invalidità civile. <<Ha affermato che le mia obesità è dovuta alle braciole di capra e ai medicinali che altri medici mi hanno chiesto di assumere; poi ha detto che il cancro è rientrato e che l’uranio impoverito che ho respirato in Bosnia e Kossovo non ha determinato alcuna malattia>>. E siccome ai campani non manca il senso dell’ironia, ha chiesto al medico il foglio di rientro in servizio, <<ma non è stato in grado di redigerlo. E come avrebbe potuto: non ho più il polmone destro e ho un tumore al cervello>>.

<<Lo Stato, quello che ho servito, dove sta? Dove sta il riconoscimento dallo Stato dei diritti di noi uomini che lo abbiamo servito?>>, questo si chiedeva Franco, al quale non è mai stata riconosciuta la causa di servizio.

Ecco, quella di Franco De Angelis è la storia di un brigadiere dei carabinieri in congedo per malattia (e non un ex Carabiniere, come molti lo definiscono) che chiede allo Stato una norma che tuteli i malati, vittime dell’esposizione all’uranio impoverito in quanto ad oggi non riconosce a lui, come a tanti altri, servitori dello Stato, la causa di servizio. 

Non ha mai  accettato di essere un ex <<Sono e resterò sempre un carabiniere, è una cosa che non si può spiegare, ma è così. Tutta la mia vita è scandita da eventi legati all’Arma dei Carabinieri>> e del resto L’ Arma è tra quei pochi che gli è stata vicina.

Quella di Franco, è una di quelle storie che andavano raccontate, e lui l’ha fatto, affidando le parole alla nipote Francesca, e la pubblicazione a Polis SA edizioni, con il libro “Quando tutto cambia-Storia di Franco”.

Recentemente questo Magazine ha pubblicato una recensione del libro a cura di Nicoletta Lamberti. https://www.edizionipolis.it/magazine/2020/08/16/quando-tutto-cambia-storia-di-franco-di-francesca-de-angelis/

<<Quando Franco De Angelis ha deciso di pubblicare con noi il suo primo e purtroppo unico libro, non ci siamo stupiti>>inizia così il post pubblicato mercoledì sera sulle pagine FB di Polis SA Edizioni, Polis SA Magazine e Istituto Galante Oliva <<Abbiamo pensato semplicemente che un uomo coraggioso non potesse far altro che affidarsi a coraggiosi che stavano facendo qualcosa per la loro terra, con la cultura. Con lo scorrere del tempo siamo diventati due stampelle che si sorreggevano a vicenda, ma sempre più forti. Non eri solo un nostro autore ma un amico. Ciao Franco…>>

Come redazione di Polis SA Magazine vogliamo ricordare Franco con una sua frase:

<<Sembro patetico, ma per me ogni istante è unico e prezioso, ogni momento irripetibile e lo assaporo con gusto e voracità, perché per me potrebbe non esserci un domani>>.

Fonti: Infodofesa.it ;  Quando tutto cambia-storia di Pietro di Francesca De Angelis (Polis SA Edizioni)

Antonello Rivano

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