Liternum e la città perduta di Scipione l’Africano
L’area archeologica di Liternum, colonia romana fondata nel 194 a.C. e sorella delle più conosciute Cuma e Puteoli, ospita le rovine dell’intera città: il foro, tracce di attività commerciali, strade e i resti di un tempio e di un anfiteatro, situato proprio al di fuori della cinta muraria.
A Liternum vissero alcuni veterani delle guerre puniche, tra cui il generale Scipione l’Africano, che sconfisse Annibale durante la celebre battaglia di Zama, e che si ritirò a vita privata proprio nella sua villa dove ancora oggi è custodita la sua ara votiva.
Se fin qui si comprende l’importanza storica del sito, quello che è più difficile capire è lo stato in cui versa da tantissimo tempo: spazzatura, sterpaglie, crolli e atti vandalici vi fanno da padroni. L’area risulta praticamente irraggiungibile ed è difficilissimo accedervi. Il che naturalmente comporta la totale assenza di visitatori.
Il parco archeologico, che si estende su di una superficie di ben 85.000 m2, è stato istituito solo nel 2009. Dalla fine del 2014 versa nuovamente in uno stato di abbandono totale, dopo l’uscita di scena della Pro Loco “Litorale Domitio” che ne aveva fatto per oltre cinque anni il suo quartier generale. Quest’importante presidio culturale ha dovuto lasciare – e a tutt’oggi non ha una sede propria – per mancanza di fondi e soprattutto di collaborazione da parte dell’amministrazione comunale e delle autorità competenti.
Infatti, il parco archeologico non ha mai beneficiato dei finanziamenti della Regione Campania, che pure aveva previsto fondi destinati al Comune di Giugliano, su cui incide Liternum, ma che non sono mai stati utilizzati né per Lago Patria né per la valorizzazione del litorale domizio.
Le gravi difficoltà in cui versa il sito non fermano però studiosi e archeologi impegnati sul campo. Infatti continuano a fare nuove scoperte, refertazioni e datazione dei materiali. L’equipe di archeologi guidata dal professor De Vincenzo qualche mese fa ha avviato una operazione nella parte centrale del foro, dove gli scavi hanno portato alla luce tre diverse stratificazioni della pavimentazione. Inoltre grazie all’uso di georadar – o GPR (Ground Penetrating Radar), una metodologia non invasiva utilizzata studio del primo sottosuolo – è emerso che la superficie portata alla luce è solo una piccola parte dell’area scoperta.
Purtroppo la presenza di abitazioni a ridosso del parco condiziona le ricerche: un parco privato – originariamente villaggio olimpico costruito negli anni ‘60 in occasione dei Giochi del Mediterraneo – si trova proprio nel cuore degli scavi. Nonostante tutte le difficoltà, la prospettiva di trovarsi di fronte a un’area archeologica di straordinaria importanza è altissima, viste le similitudini con Pompei. Secondo il professor De Vincenzo l’importanza del sito di Liternum è sottovalutata perché non esiste una letteratura con riferimenti a questo insediamento, che era di carattere militare.
Rimane il fatto che i fondi POR e FERS stanziati per la zona di Lago Patria – ben 2,5 miliardi di euro per il triennio 2013/2015 – sarebbero stati un volano per il rilancio turistico e culturale del parco archeologico e di tutto litorale.
In primavera partiranno nuovi scavi, con la speranza di riportare alla luce qualche reperto che induca amministrazioni e soprintendenze a considerare “davvero importante” Liternum salvandola da un destino che sembra già segnato.
Melissa De Pasquale