La grande marcia del 29 Ottobre, contro l’inquinamento del Sarno. la Campania si organizza

“Il fiume più inquinato d’Europa”, “Il depuratore non funziona”, “Il Sarno muore”, “Un fiume di acqua avvelenata”. Si sprecano i titoli sui giornali, quando si tratta di raccontare l’agonia senza fine di un corso fluviale dalla storia secolare. Secondo un dossier di Legambiente, comparso l’anno scorso, l’80% dell’area campionata presenta livelli di inquinamento fuori dai parametri stabiliti.

Sono anni che la comunità attivista denuncia ogni tipo di violenza a danno del fiume Sarno. La problematica dello sversamento di rifiuti e liquidi illegali è molto più ampia e concreta di quanto si pensi. Da un punto di vista geochimico, le sostanze immesse nel corso d’acqua vanno a depositarsi nei sedimenti fluviali, assorbiti dalle piante, piante che poi coltiviamo, compriamo. Gli animali si cibano di quei vegetali. Nella catena alimentare tutto torna all’uomo. Anche il veleno e le patologie che affliggono, in espansione allarmante, i territori tra Agro nocerino-sarnese e napoletano.

Fognature mancanti, voragini istituzionali, assenza di controlli seri e credibili.

Il 29 ottobre si terrà una marcia organizzata dalla Rete a difesa del Sarno. Una giornata in cui 23 Comuni pronunceranno il loro “Basta!” agli scempi ambientali. Dalla provincia di Avellino, passando per quella di Salerno, fino al territorio partenopeo. Centinaia di persone manifesteranno nelle piazze, organizzeranno cortei, leggeranno un manifesto che poi verrà inviato al presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, e con il quale chiederanno la realizzazione di fogne nelle proprie città, il disinquinamento del fiume Sarno e affluenti, un maggiore controllo da parte della politica e delle istituzioni. Sarà una “invasione pacifica”.

«A Nocera Inferiore la rete fognaria non è completa – dice l’attivista nocerino Emiddio Ventre – Questa è di competenza della Regione. Si è pensato di costruire un evento che è un prosieguo della marcia del 29 novembre a Solofra, dove parteciparono 20 amministrazioni contro gli scarichi abusivi, da Montoro a Torre Annunziata. Questa marcia coinvolgerà anche i cittadini, una marcia congiunta. Ogni Comune preleverà una bottiglia d’acqua dal fiume o dal torrente che attraversa la propria città e nel pomeriggio porteremo questa bottiglia a Rovigliano, la foce del fiume Sarno, con i rappresentanti dei vari comitati. Sarà un momento simbolico importante. Faremo quindi una conferenza stampa finale».

Il 26 ottobre, poco prima della “Grande Marcia”, verrà organizzato un pre-incontro nell’aula consiliare del Comune di Nocera Inferiore, dove dovrebbe presenziare anche il sindaco Manlio Torquato.

«I problemi del fiume Sarno sono due. Di tipo chimico e biologico» spiega Ventre. «Per il chimico, ci sono scarichi illegali da parte delle industrie conciarie. Il secondo è di natura civile, inquinamento urbano, perché ci sono Comuni come Nocera Inferiore, Sarno, San Valentino Torio, Scafati che scaricano direttamente nel fiume senza depurare. A Nocera, i 47 mila abitanti scaricano nel torrente. Gli obiettivi sono il disinquinamento, controlli sugli scarichi abusivi, la realizzazione della rete fognaria. Stiamo facendo anche una petizione con una raccolta firme. Ogni città invierà al presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, un manifesto che abbiamo condiviso. Lì ci saranno le nostre richieste».

Tra gli attivisti della città di Sarno, Giovanni Lanzetta, che lancia dure accuse alle istituzioni: «Si cerca di occultare il danno del territorio. Ci sono corresponsabilità oggettive della politica. Un esempio. Si programma un’area Pip, si costruiscono decine di industrie senza che in quell’area esista una fogna. Lascio immaginare cosa sia accaduto. La politica non vuole che queste cose emergano. Tutta la zona industriale di Sarno non è collettata con le fogne. Non ci sono proprio. È successo qualcosa di straordinariamente illecito. Il percolato, qualcuno lo buttava direttamente nel fiume». Molte le denunce da parte dei cittadini, ma sembra non abbiano sortito effetti risolutivi. «A pagare saremo sempre noi» tuona Lanzetta.

A fargli eco, un altro attivista, questa volta di Roccapiemonte, Carmine Calvanese: «A Rocca, in piazza Zanardelli, insieme all’assessorato all’Ambiente e alle associazioni del territorio, faremo un banchetto informativo alle ore 10. Poi ci sarà la lettura del documento che i comitati rappresenteranno alla regione Campania e agli assessorati di competenza. A Roccapiemonte sono state fatte tante battaglie, anche insieme al professore Ciccio Di Pace. Il professore, purtroppo, ci ha lasciati e non ha visto risolto questo grave problema ambientale. Il punto è che stiamo ancora nella fase della denuncia ma il nostro obiettivo è arrivare alla fase progettuale dove i fiumi diventino arredo urbano, valore aggiunto e non discariche a cielo aperto. Perciò varie associazioni, come la Tre Castelli, proposero la “Lungosolofrana” come mezzo di comunicazione per una mobilità alternativa, per attività ricreative e sportive. Non ci fermeremo. Nella Solofrana [tributario del Sarno, ndr.] vadano solo acque piovane. Non acque industriali o di scarico urbano. Già con i fondi del generale Jucci, 630 milioni di euro, bisognava fare la doppia canalizzazione e non venne realizzata».

La marcia prenderà piede anche in un altro grosso centro urbano, Scafati. Qui il comitato civico si sta organizzando per il 29, dopo aver partecipato ad altri eventi similari. «L’evento di Scafati del 29, nasce dopo il 14 agosto scorso – dice l’attivista Luigi Lombardi – quando abbiamo avuto un sit-in davanti alla Casa comunale dove era atteso l’arrivo del prefetto Malfi. In quell’occasione abbiamo rappresentato il disagio della cittadinanza a causa di miasmi intensi. Successivamente, c’è stata la marcia del 3 settembre, dove eravamo circa 5mila in piazza. Una cosa che non si vedeva dagli anni Novanta». La questione del Sarno fu anche motivo di dibattito nella trasmissione “Agorà” di Rai3, riscuotendo curiosità nazionale.

«Qualcuno potrebbe dire l’ennesima manifestazione – dice Lombardi – Ma non è così. È una manifestazione organizzata, con dei contenuti forti, accompagnata da un manifesto di richieste e da una sottoscrizione di firme legata a questa manifesto. L’auspicio è di avere un presidio permanente su questi problemi. Pensavamo di far partecipare anche i bambini delle scuole. Il parroco, don Giovanni, della parrocchia di Santa Maria delle Vergini, farà una benedizione dell’acqua e dei fiori versati nel Sarno. Importante anche l’apporto delle parrocchie cittadine che ci stanno dando una mano a coinvolgere le persone».

Davide Speranza

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