Nocera Superiore: Azione è il viaggio tra le associazioni del territorio
L’azione è alla base del fluire dell’esistenza stessa: un organismo statico, che esclude il movimento, anche impercettibile, non può definirsi “vivo”, la staticità preclude lo sviluppo, preclude l’evoluzione e il cambiamento.
Ecco perché “azione” darà il nome a questa nuova rubrica; ecco perché identificherà un settore del vivere e dell’attivismo socio-comunitario del nostro territorio: il mondo dell’associazionismo; non solo un valore aggiunto, ma un ingranaggio essenziale di quel motore vivo, innovativo, che tradurrà l’impegno “comune”, in ripartenza per l’intera comunità, per il territorio tutto.
Nell’articolazione democratica che porta le singole persone a diventare protagoniste della società, l’associazionismo riveste un ruolo fondamentale. Un’associazione è l’espressione di un progetto di donne e uomini che scelgono “liberamente” di mettersi in gioco per costruire insieme le risposte ai propri bisogni e a quelli della comunità.
L’associazionismo si fa con gli altri e nasce sia dal bisogno di reagire all’isolamento e alla solitudine, di definirsi altro dallo stereotipo di “periferia esistenziale”, di cui i nostri territori sono ammalati, sia dall’ansia di contare, di essere protagonisti andando oltre l’impegno puramente personale. Associarsi produce attenzione reciproca, coesione, legame sociale. Favorisce esperienze di autogestione, esperienze cioè che definiscono i propri obiettivi strada facendo e che, nel fare le cose, praticano e apprendono la democrazia diretta.
Nell’associarsi i cittadini assumono il punto di vista dell’interesse generale, l’impegno individuale si trasferisce in un progetto collettivo e diventa così un fatto politico. La politica vera, tesa alla “fluorishing-life”, si alimenta essenzialmente di partecipazione, le soluzioni più efficaci non sono mai quelle calate dall’alto, ma quelle che nascono dalla percezione diretta e condivisa dei problemi, e dall’impegno condiviso di dare risposte concrete a quei bisogni, a quei problemi.
L’associazionismo agisce nel territorio della comunità locale, che è il terreno privilegiato dove far emergere e sperimentare risposte di qualità sociale protese a costruire dal basso un modello di vita, di lavoro, di relazione che sia dinamicamente adattativo, e ciò in un contesto non oppositivo o sostitutivo di altre forme di coinvolgimento e/o di partecipazione sociale, ma, al contrario, promuovendo, favorendo l’integrazione organica sul territorio, di tutte le realtà presenti, evidenziandone i punti di forza, cercando sempre di privilegiare ciò che unisce e di favorire una gestione creativa, volta al positivo, di ciò che inizialmente divide.
Un’associazione, dunque, mira naturalmente a essere un luogo di incontro, ascolto, confronto, dialogo, convivialità… essa diviene contesto di sviluppo dell’intelligenza sociale e della costruzione del senso di appartenenza, risposta a un bisogno innato dell’essere uomo.
L’associazionismo agisce nel territorio della comunità locale, che è il terreno privilegiato dove far emergere e sperimentare risposte di qualità sociale.
Naturale conseguenza di tale processo, è la creazione di un patrimonio sociale in termini di competenze, valori, esperienze, tradizioni, e un’elaborazione di chiavi di lettura positive della realtà contingente, che attraverso la facilitazione e il sostegno d’iniziative utili alla comunità, rende possibile l’emersione e l’implementazione dei talenti e delle eccellenze del territorio; l’integrazione organica tra le forze vive presenti nel territorio, porta all’esplicitazione di esigenze, disagi, conflitti, desideri, sogni, che altrimenti resterebbero inespressi, e attraverso una progettazione mirata di attività da svolgere insieme, elabora risposte condivise a quei bisogni.
La cultura, di cui il fare associazionismo, in modo serio e coerente, si fa promotore, è intesa in primo luogo come crescita della persona, in modo libero, privo di materialismo e di opportunismo, attraverso la condivisione di valori e la coltivazione degli esempi e degli stimoli migliori che provengono dalla storia, dalle arti, dallo sport, dalle tradizioni, locali e di tutto il mondo, dalla liberazione della propria creatività.
In questo senso, le pur preziose “verità” ereditate dal passato non sono mai assunte come statiche, complete e definitive, ma come vive, ovvero in grado di crescere e, talvolta, anche di modificarsi. È una tale “laicità” d’intenti, che sola, può garantire il pluralismo, il rispetto delle differenze, l’ascolto attivo e la valorizzazione di tutto ciò che può concorrere a costruire relazioni vive e autentiche, attive e responsabili. Base per la ripartenza della “nostra Città”, del “nostro Sud”.
Antonia Pannullo