Rotelle in passerella
La rubrica “Diversamente fighissimi”, addentrandosi con delicatezza nei vari settori legati alla disabilità, affronta oggi il tema della moda, grazie alla modella Chiara Trotti, che ha gentilmente concesso un’intervista.
Chiara Trotti, diciottenne civitavecchiese prossima alla maturità, che si sta facendo egregiamente strada nel campo della moda, avendo già un curriculum che vanta tra l’altro shooting per Tiziano Toma e Andrey Rossalev e sfilate per Mario Orfei, Gianni Calignano e Gianni Molaro, ha partecipato nel 2016 all’evento Modelle & Rotelle in cui, nella cornice milanese dell’Unicredit Pavillon, hanno sfilato modelle e modelli in piedi e su sedie a rotelle, dando vita a una coreografia variopinta, elegante e sicuramente emozionante.
La Milano Fashion Week è certamente uno degli appuntamenti più importanti della moda italiana e internazionale, un sogno per chi calpesta la passerella indossando uno dei magnifici abiti griffati da stilisti rinomati, e a ottobre 2016 anche splendide modelle e affascinanti modelli su sedie a rotelle hanno potuto testimoniare con la loro presenza, che la disabilità non deve essere un ostacolo.
L’evento è stato organizzato dalla Fondazione Vertical con il patrocinio della Camera Nazionale della Moda Italiana e del Comune di Milano, con lo scopo di sostenere la ricerca sulle lesioni midollari.
Chiara Trotti ha risposto così alle nostre domande:
Cosa ha significato per te partecipare all’evento Modelle & Rotelle?
«Per me è stato molto importante partecipare a quest’evento che si è svolto a Milano, sia perché è stata la mia prima volta in una simile organizzazione, sia per l’evento in sé, poiché si trattava di una sfilata di beneficenza a favore delle modelle disabili. Infatti anche l’organizzatore di questo evento, Fabrizio Bartoccioni, vive questa disabilità, anche se devo dire che sia lui che le modelle e i modelli la vivono con molta positività. Inoltre la sorella dell’organizzatore ha una propria agenzia di moda indirizzata proprio a modelle e modelli che presentano delle disabilità, magari dovute a un incidente, o a causa di una malattia. È un’iniziativa molto bella».
Secondo te che rapporto c’è tra lo stereotipo di bellezza odierna e la disabilità?
«Per quanto mi riguarda partecipando a questo evento mi sono fatta un’idea molto precisa a riguardo. Ho notato che queste ragazze pur stando sulla sedia a rotelle si sono messe in gioco e non si sentivano per niente a disagio né meno belle di noi, modelle non disabili. Questa è una cosa che ho apprezzato e che ammiro tutt’ora. Sono veramente delle belle ragazze e truccate e vestite come noi eravamo davvero alla pari».
Quanta sensibilità c’è tra i giovani verso il disabile?
«Purtroppo, dipende dalla sensibilità del singolo giovane. Ci sono varie categorie in cui puoi trovare il ragazzo con dei valori che capisce il problema del disabile e altri ragazzi che magari preferiscono allontanarli e non avere contatti con loro poiché sarebbe un peso».
Il disabile è davvero un diverso?
«Per quanto mi riguarda, giusto per la sua fisicità. Magari non può fare tutto quello che vuole come farebbe un ragazzo normale, ma per quanto riguarda la mente è uguale alla nostra, quindi per me il disabile non è diverso del tutto, ma solo per alcuni piccoli punti di vista».
Paola Bianchi