SAN PIETRO AVELLANA. IL TARTUFO IN FESTA.

Le tradizioni rurali ed agricole del Molise rappresentano da sempre un punto di forza di questa regione che basa la sua ricchezza gastronomica sui prodotti della terra di altissima qualità. Meraviglia della natura è da considerarsi la produzione del pregiato tartufo bianco. In Molise se ne produce circa il 40% ed è un motivo di vanto e prestigio per questa regione che si sta dando da fare per uscire dall’anonimato: proprio il primo week end del mese di novembre, nel pieno della stagione autunnale, spunta un evento d’eccezione. Che è la mostra mercato del tartufo bianco di San Pietro Avellana, giunta alla sua venticinquesima edizione, e che regala ai turisti la possibilità di assaggiare e gustare pietanze a base di tartufo ed abbinate a salumi, formaggi, miele, liquori. Tutto rigorosamente molisano: circondati dal paesaggio dei boschi delle riserve di Monte di Mezzo e Collemeluccio (riserve della biosfera Unesco dell’Alto Molise), gli stand organizzati per la vendita e l’esposizione vengono messi a disposizione dei visitatori che possono assaporare polente, ravioli, risotti, brasati e formaggi “conditi” al tartufo bianco. Anche quest’anno si è registrata un’affluenza di un pubblico certamente ghiotto ma interessato a scoprire quei prodotti che danno gloria al territorio molisano. La mostra si è rivelata ricca di appuntamenti anche culturali che hanno permesso di scoprire, attraverso visite guidate, il mondo antico dei sanniti e quello del novecento grazie ad una ricostruzione storica nelle scuole, nelle case con la possibilità di visionare antichi mezzi di comunicazione e oggetti della transumanza e dell’apicoltura. Distanti pochi chilometri da San Pietro Avellana, i sentieri delle riserve Unesco per chi desidera immergersi nell’incantevole paesaggio autunnale. La prestigiosa kermesse ha previsto negli spazi del museo di San Pietro Avellana, laboratori archeologici per bambini con l’utilizzo dell’argilla che, in queste terre nell’antichità era uno dei materiali più utilizzati Proprio su tavolette d’argilla, si è potuta sperimentare la tecnica di incisione, scoprendo alfabeti antichi e documenti epigrafici. La mostra, quindi, ben si colloca nella categoria del turismo enogastronomico e culturale d’eccellenza. Un evento capace di soddisfare turisti, appassionati, intenditori e curiosi delle tradizioni storiche e di radunarli in un unico luogo caratterizzato da gusti e profumi e dalla bravura e dalla creatività di cuochi che offrono la loro straordinaria cucina. In provincia di Campobasso, ed appunto in Alto Molise, territori ricchi di querce, faggi, olmi, cerri favoriscono la germinazione dei tartufi. Il tartufo bianco pregiato ha una produzione variabile tra i 30 ed i 70 quintali annui. In passato, si riteneva fosse una combinazione tra le piogge autunnali ed il tuono ed antiche credenze gli attribuiscono poteri afrodisiaci e nobiltà e potenza per coloro che l’offrissero. Di certo, il tartufo veniva consumato sulle tavole dei più potenti (Napoleone o Papa Gregorio, per citarne qualcuno). Dal menù del Congresso di Vienna del 1815 si legge anche il nome di una portata con il tartufo, le “croquettes d’èsturgeon aux truffes”.  A San Pietro Avellana (che fa parte dell’associazione nazionale “Città del tartufo” che comprende 57 soci tra Piemonte e Sicilia) la manifestazione prevede ogni anno la possibilità di visitare i laboratori di produzione del tartufo bianco. Per questa venticinquesima edizione, il treno storico della transiberiana d’Italia si è fermato per una piacevole sosta all’insegna di gastronomia e cultura nel paesello alto molisano.

Silvia De Cristofaro

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