LETTERE ALL’ITALIA. DEL PERCHÉ I RAGAZZI ATTRAVERSANO LA STRADA

Spett.le Sig.ra Italia, lei sa benissimo chi sono, uno di quelli che ancora credono in lei.

So che non è colpa sua se giovani vite vengono troppo presto recise, non del tutto almeno.  Forse potremmo dare colpa ai tempi, viviamo in un periodo in cui si è troppo impegnati a cercare di arrivare a fine mese, almeno quelli che possono iniziarlo il mese, per porgerci domande e darci risposte. Potremmo anche incolpare la tecnologia, incollati come siamo a mezzi che oramai fanno parte integrante del nostro corpo, terminali che hanno risucchiato e inglobato gran parte del nostro cervello, mezzi di comunicazione che ci dicono cosa fare e come farlo.

Magari invece la colpa è dei ragazzi stessi, annoiati, incapaci di distinguere il virtuale dal reale, prigionieri di un video game interminabile. Modelli inverosimili, catene invisibili create da chi ha solo lo scopo di indurre al consumo di cose impalpabili, incapacità assoluta di sopportare un NO. Sono fragili i nostri ragazzi Sig.ra Italia! Troppo fragili e non lo sanno.

Lei è madre, ha visto tanti suoi figli nascere, crescere, morire, sa cosa si prova a perderne uno, è innaturale, nessun genitore dovrebbe sopravvivere ad un figlio. Allora, cara signora, dobbiamo fare in modo che se i nostri figli attraversano una strada, qualsiasi strada, o la percorrano, devono farlo in sicurezza, rispettosi della Vita, loro e altrui.

Dobbiamo spiegare loro che nulla è più sacro della vita, che tutti vanno rispettati a iniziare da loro stessi, che nessuna droga o bevanda alcolica può essere paragonabile al sorriso di una persona e alla gioia di vivere, nessun gioco, o comportamento che metta a repentaglio l’incolumità personale è giustificabile.

Mia carissima Italia, io non so come fare e non pretendo che lei mi risponda subito su un tema che anche il fior fiore di sociologi, psicologi e affini tanto hanno discusso senza troppi risultati. Di sicuro è che, se è vero che ai figli vanno date radici per tornare e ali per volare, dobbiamo fare in modo che quelle ali non siano come quelle di Icaro. Si mia signora!… quello che si fece le ali di cera, ali che si sciolsero quando si avvicinò troppo al sole, cadendo tragicamente al suolo.

Del perché i ragazzi attraversano la strada (fuori dalle strisce) forse noi adulti non riusciremo a capirlo, magari lo abbiamo fatto pure noi e lo abbiamo dimenticato, ma possiamo dire loro che non siamo in un video gioco in cui il protagonista ha più vite a disposizione e dove dopo il GAME OVER si può riiniziare a giocare.

 Concludo questa mia porgendole i migliori auguri per il nuovo anno.
Suo affezionatissimo Antonello.

Antonello Rivano

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