Carloforte e il Ponente Genovese, un legame che continua anche attraverso le Confraternite dei Cristezzanti.
Può una tradizione medievale fare trait d’ union fra passato e presente, fra due posti lontani geograficamente ma vicini per storia e cultura? Sembrerebbe di sì se parliamo delle Confraternite dei Cristezzanti , e se i luoghi in questione sono Carloforte e il Ponente Genovese.
Ripercorrere la storia che lega Carloforte, unico centro abitato dell’Isola di San Pietro, sud Ovest della Sardegna, alla Liguria, in particolare con Pegli e il Ponente Genovese, sarebbe cosa lunga. Dobbiamo però ricordare che i Carlofortini sono i discendenti di quei liguri che nel ‘500 partirono da Pegli per andare a pescare il corallo a Tabarca, isolotto a nord di Tunisi. Proprio nell’isolotto tunisino, poco più di uno scoglio, in quell’ epoca lontana, si crearono i presupposti per il progetto che si sta cercando di realizzare a Carloforte, la nascita di una Confraternita di Cristezzanti, altrimenti detta Casaccia.
<Ripercorrere la storia delle confraternite del Ponente Genovese significa conoscere la storia sociale del nostro territorio> cosi scrive Claudio Chiarotti, Presidente del Municipio Ponente del Comune di Genova così scrive nelle pagine introduttive del catalogo della splendida mostra tenuta a Genova Pegli , presso Villa Centurione Doria, tra novembre dello scorso anno e febbraio 2020: Cristezzanti, gli uomini delle Casacce ei tesori degli oratori del ponente.
Prosegue Chiarotti <Il ruolo primario che ebbero nei secoli passati nell’aiuto verso il prossimo, nel sostegno verso i più deboli e nelle difficoltà quotidiane del popolo, hanno consentito un radicamento profondo che ancora oggi si esprime nella vitalità delle confraternite stesse, nella partecipazione della cittadinanza agli eventi e liturgie nelle attività caritatevoli che caratterizzano nel presente alcune di loro>
Dei legami tra le confraternite Genovesi e la comunità “tabarchina” ne parla anche il curatore della mostra, Matteo Frulio, assessore del Municipio Ponente e cultore della storia delle confraternite <Un episodio unico nel contesto delle confraternite liguri, che riguarda una colonia della Repubblica di Genova, coinvolge l’oratorio dei Santi Nazario e Celso di Multedo: a Tabarca, i vecchi confratelli avevano tentato di fondare una compagnia gemella, non senza fatica. Esistono diverse lettere, spedite tra il 1723 e il 738, proprio dalla colonia ed oggi conservate nell’archivio dell’oratorio di Multedo, che ci raccontano di una realtà affiliata, in cui le nuove iscrizioni oltremare venivano prontamente comunicate all’ oratorio multedese, ottenendo cosi la contemporanea registrazione nella confraternita madre. Sono poi numerose le richieste di fornitura di cera, di oggetti necessari alle liturgie, così come traspare un rapporto fraterno con i pegliesi al di là del mare che ci viene consegnato tramite il tono dei racconti dei minuziosi aneddoti, e delle preoccupazioni condivise. Tra queste il trasferimento di alcuni “fratelli in Christo” che da Tabarca raggiungeranno l’Isola di San Pietro in Sardegna per “li mali abusi e pochi guadagni” >
Ed è proprio ripercorrendo questa storia di rapporti fra comunità, lontane fra loro ma così fraternamente unite, che un gruppo di carlofortini partorisce l’idea di un progetto per la nascita di una Confraternita locale, sulla scia di quella esistente a Tabarca.
Alla fine di febbraio, approfittando anche dell’occasione offerta dalla splendida mostra di Villa Doria, i carlofortini Andrea Luxoro, Giovannino Luxoro, Efisio Napoli e Marco Crisigiovanni, si sono recati in terra ligure per una serie di incontri mirati allo studio delle tradizioni delle confraternite e a creare rapporti con esse. La risposta è stata entusiastica e la disponibilità totale. Un primo incontro con rappresentanti del ponente genovese da tenersi a Carloforte, programmata per inizio Marzo è stata rinviata a data da destinarsi a causa dell’emergenza Covid9.
Abbiamo chiesto ad Andrea Luxoro, presidente dell ‘ Associazione Culturale Tabarchina e tra i promotori dell’iniziativa, di parlarci di quello che lui ama definire “sogno e desiderio da realizzare”
<Sarebbe bello! Una esclamazione che ci si ritrova a pronunciare, spesso con enfasi, davanti a desideri e sogni che sul momento possano sembrare irrealizzabili.
Ilcondizionaleè il modo della possibilità, espresso dal verbo come possibile o realizzabile solo a certe condizioni.
Condizione necessaria nel caso in questione? Incontrare altre persone interessate a condividere lo stesso sogno.
Non passò molto tempo perché accadesse. Il sogno in questione era quello, un giorno, di portare in processione un Cristo tutto carlofortino per le feste patronali isolane. La tenacia e la costanza di Giovannino Luxoro nello spronarmi ad impegnarmi perché si concretizzasse son state premiate presto. Ho capitolato in breve tempo, perché anche io sin da piccolo, son rimasto affascinato da quello straordinario mondo ricco di storia e cultura delle Casacce genovesi. Sodalizi laici che nascono dalle travagliate vicende storiche e sociali del Medioevo, che costituiscono ancora oggi un mirabile esempio di impegno sociale religioso. Le “Casacce” caratterizzano la società ligure probabilmente quanto il basilico la sua cucina nell’immaginario collettivo. Le loro manifestazioni esterne hanno come protagonisti gli imponenti Cristi professionali, per lungo tempo ospiti a Carloforte in occasione, in particolare, della festa di San Pietro a Giugno.
La scoperta di un costante rapporto epistolare fra i confratelli dell’Arciconfraternita dei Santi Nazario e Celso di Multedo ed i quelli di Tabarka, ha conferito il suggello della storia al progetto.
Leggere quelle lettere vecchie di secoli, alcune delle quali firmate proprio da un priore di cognome Luxoro, ha infuso in noi la spinta per recarci in Liguria per tastare con mano la vita delle Confraternite.
I giorni trascorsi fra il Ponente ed il Levante Ligure, gli incontri con i confratelli, con gli storici gli artisti, ci hanno infuso le energie necessarie per avviare il processo di fondazione. Idealmente ci siamo ripromessi di continuare la storia scritta fra le pagine ingiallite delle lettere di Tabarka, come eredi di quel sodalizio che legava la Liguria, Tabarka e Carloforte nel segno della fede e della fratellanza.
Dopo una pausa forzata nell’incertezza causata dall’insidioso diffondersi della pandemia, ci ritroviamo oggi con coraggio e determinazione a compiere i primi passi per la realizzazione di quel sogno che nelle serate fra amici, sembrava non trovasse mai le condizioni necessarie per avviarsi. Forti del sostegno dei parroci di Carloforte e della Diocesi di appartenenza, della nostra comunità, delle Confraternite liguri e sarde, spieghiamo le vele per la nuova avventura. >
Ho avuto l’occasione di vedere la meraviglia, la curiosità e lo stupore dipinti negli occhi della delegazione carlofortina, mentre visitava la mostra e gli oratori ponentini, ma soprattutto ho potuto quasi toccare con mano la loro determinazione. Sono certo nella riuscita di questo progetto e nella realizzazione del loro sogno. Una nota personale: sono carlofortino e da un po’ di tempo vivo tra Pegli e la mia paese di origine, ho avuto tra le mani quei fogli ingialliti che vengono da un passato lontano, credo che sia stato uno dei momenti più emozionanti della mia esperienza di cultore di storia tabarchina.
Antonello Rivano