Quel freddo inverno del ’59

Gli anni Cinquanta e l’occupazione delle MCM di Nocera: una storia operaia
di Ubaldo Baldi

“Le MCM giustamente sono state definite campo di concentramento per il regime di terrore che esiste, per gli agenti che vigilano (circa 300) al servizio della direzione, per la minaccia continua di licenziamento e delle sospensioni, anche quando costretti a essere assenti qualche giorno per il super sfruttamento bestiale”

Questa la relazione di Galante Oliva al “Convegno per la difesa della libertà dei lavoratori nocerini”,                nell’anno 1953.  Un linguaggio di altri tempi, ma significativo del clima di forte contrapposizione che si respirava dentro e fuori le manifatture.

L’occupazione del 1959 non fu per caso, fu sicuramente effetto del clima ‘poliziesco’ che permeava il lavoro operaio negli anni ’50. Il nostro territorio è stato teatro di duri scontri tra le maestranze e i ‘padroni del vapore’.

Quel freddo inverno del ’59

Ubaldo Baldi ha raccontato queste storie di resistenza nell’interessante volume “Quel freddo inverno del ‘59”, un inverno di freddo, fame e di molti uomini e donne coraggiosi (tra i tanti Emilia Buonacosa, della quale, prima o poi, bisognerà raccontare).

Leggendo il libro sfilano, sotto i nostri occhi, i nomi e cognomi di attivisti politici e sindacali che hanno intrecciato la loro vita con la filanda: Galante Oliva, Feliciano Granati, Luigi Cacciatore, ‘Cecchino’ Cacciatore e tanti altri.

Le Manifatture Cotoniere sono state, indubbiamente, la storia di un’eccellenza straniera che venne nella nostra terra con capitali ed idee, ma l’autore mette bene in evidenza che si trattò, anche e soprattutto, di una storia operaia, di lotta e di sacrificio.

Il bel libro di Ubaldo Baldi è corredato da un’articolata scelta fotografica dalla quale abbiamo scelto una foto assai emblematica.  Quella che ritrae un bambino che alza un cartello con la scritta:

‘‘Non togliete il pane sicuro dalle case di tutti i lavoratori”, ancora nella stessa fotografia leggiamo questo appello “Non licenziate la mia mamma”.

Ubaldo Baldi ripercorre i diciassette giorni di occupazione delle MCM con dovizia di particolari e ricchezza di documentazione, nella cronaca della quattordicesima giornata leggiamo che anche il parroco di Nocera inferiore si dichiarava a favore dello sciopero, “se questo era necessario per salvare il pane”.

L’epilogo venne tra il quindicesimo e il sedicesimo giorno di occupazione con lo sciopero e l’accordo, al diciassettesimo giorno l’occupazione ebbe fine. Non fu una sconfitta, il Governo si impegnava, almeno formalmente, e le maestranze salernitane si legavano ad una speranza.

Era un periodo in costruzione e di costruzione, conclude Baldi. La logica della globalizzazione, sopraggiunta in seguito, ha bruciato uomini, macchine e merci sull’altare del profitto.

Maria Rosaria Anna Onorato

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