Il Governo Britannico cede i dati sanitari del COVID-19 ai Big Data
Il sistema sanitario nazionale del Regno Unito, fin dallo scorso mese di marzo aveva fatto trapelare l’idea di predisporre un archivio contenente i dati dell’infezione del Coronavirus, con il duplice obiettivo di avere un’unica fonte attendibile sulla pandemia che fungesse da perno su una massiccia base di conoscenza, con il fine ultimo di arginare il propagarsi dell’infezione.
Agli uomini di buona fede, gli intenti sono apparsi talmente nobili che nessuno ha pensato di preoccuparsi per la creazione di un così delicato database. Il National Health Service aveva motivato la scelta avocando esigenze funzionali, garantendo il rispetto della massima trasparenza sulle attività di archiviazione, assicurando altresì – che le informazioni strettamente legate all’evento pandemico, sarebbero state utilizzate unicamente per fronteggiare l’emergenza.
A maggiore garanzia della tutela della riservatezza dei sudditi inglesi, il Ministero della salute britannica aveva pubblicato, un rassicurante comunicato stampa: “una volta terminata la situazione di emergenza della sanità pubblica, i dati saranno distrutti o restituiti in linea con la legge e gli accordi contrattuali rigorosi che sono in vigore tra il National Health Service e i partner”.
Ma gli uomini in mala fede, a quel punto si sono chiesti: cui prodest? Chi saranno mai i players interessati?
Dobbiamo questa singolare scoperta, innanzitutto all’arguzia del Generale Rapetto che ha rimbalzato di recente sui media italiani le risultanze di una brillantissima attività di giornalismo investigativo posta in essere da Open Democracy, un’organizzazione internazionale impegnata nell’informazione indipendente che si distingue per le più diverse crociate sui tanti fronti in cui sono in gioco i diritti fondamentali delle persone, la quale, supportata dalla società Foxglove – è riuscita ad entrare in possesso dei contratti stipulati dall’NHS con i colossi tecnologici Amazon, Microsoft e Google e con le aziende del settore dell’intelligenza artificiale Faculty e Palantir.
L’acquisizione dei poco confortanti accordi contrattuali la si deve all’istanza di accesso agli atti (ai sensi del Freedom of Information Act, la norma cardine in materia di trasparenza amministrativa) presentata proprio da Foxglove e ha permesso di constatare che ci si trova dinanzi ad un trasferimento “senza precedenti” a società private di informazioni sulla salute personale di milioni di cittadini.
I contratti nascono dall’esigenza del Ministero della Salute britannico di avere supporto dalle più grandi imprese operanti sul fronte tecnologico e tale collaborazione viene pagata – ad esempio a Google – simbolicamente una sterlina (secondo il principio del “nummo uno” che trova radici nell’antica Roma).
Come non riportare alla memoria dei cittadini italiani la gratuità nella fornitura della app Immuni, anche se in ballo stavolta ci sono i dati degli ormai extracomunitari d’oltre Manica.
Anche in questo caso come in precedenti vicende altrettanto dolorose (si pensi agli arzigogoli, inventati, per “aggirare” l’esercizio del Diritto di Oblio) il gigante hi-tech non si assume alcuna responsabilità e non offre la benché minima garanzia a proposito del proprio operato che viene prestato in una sorta di encomiabile volontariato.
Infatti nell’accordo sottoscritto tra NHS e Google, si legge chiaramente che “Google fornirà il suo supporto in maniera professionale, ma «così com’è» e quindi senza alcuna forma di garanzia. Il Servizio Sanitario Nazionale britannico sarà responsabile per le valutazioni di adeguatezza e di appropriatezza della collaborazione fornita e per le decisioni di fare affidamento sul supporto ricevuto o di agire in conseguenza di ciò”.
Come se tutto ciò non bastasse, la stessa OpenDemocracy apre un’altra finestra di valutazione, in particolare sui contratti stipulati con Palantir e Faculty.
Palantir è Azienda primaria nelle attività di “data mining”, ovvero di estrazione di informazioni utili da grandi quantità di dati utilizzando metodi automatici o semi-automatici ed enorme capacità di elaborazione e calcolo. I servizi di Palantir sono diventati famosi per il supporto alle operazioni di contro insurrezione e di intelligence della CIA in Iraq e Afghanistan e in tempi più recenti per il sostegno dato nel 2019 alle brutali iniziative di deportazione dell’US Immigration and Customs Enforcement.
Faculty, invece, è una startup che si è distinta nella campagna politica per la Brexit con il suo supporto allo schieramento del “Leave” e poco tempo fa ha tra l’altro vinto un appalto con il Ministry of Housing, Communities and Local Government (l’equivalente di un dicastero per le politiche abitative) per estrarre e analizzare i dati di “social media, fornitori di servizi pubblici, bollette delle telecomunicazioni, agenzie di rating del credito”.
A questo punto la domanda è d’obbligo cosa sta succedendo in Italia?
Non è forse il caso di dare uno sguardo attento al contratto stipulato dal Commissario Straordinario Domenico Arcuri anche alla luce del comune accordo su: “appalto di servizio gratuito” sottoscritto con la società Bending Spoons?
Per saperne di più su App.Immuni
Federico Bergaminelli
Avv.Federico Bergaminelli
Esperto di diritto delle nuove tecnologie ICT, TLC, energie rinnovabili e reti intelligenti; proprietà intellettuale e industria; procedimenti innanzi alle autorità amministrative indipendenti e altro contenzioso in materia di privacy nelle comunicazioni.
A latere delle attività di consulenza e con l’entrata in vigore della Legge 190 del 6 novembre 2012 (Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione), ai cui lavori preparatori ha partecipato direttamente, promuove la costituzione dell’Istituto Italiano per l’Anticorruzione, organizzazione nazionale che gode dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Sin dall’inizio, ne è il Presidente.
Professore associato presso l’Università degli Studi di Pisa (Facoltà di Giurisprudenza, titolare del corso su “Responsabilità civile per illecito trattamento dei dati personali”), docente a contratto presso l’Università degli Studi di Cassino (membro del comitato didattico del master in “Innovazione e management nelle Pubbliche Amministrazioni”), presso l’Università “Magna Graecia” di Catanzaro (membro del comitato didattico del master in “Medicina delle biotecnologie”) e presso l’Università degli Studi di Napoli (Facoltà di Scienze Infermieristiche ).
E’ team leader e master trainer di schema ISO 37001:2016 per il gruppo internazionale DNV-GL ed opera quale formatore accreditato in materia di Prevenzione della Corruzione ed in materia di Privacy presso Enti Pubblici ed Enti Nazionali di Formazione. Consulente di Federsanità-ANCI, coordina l’Osservatorio Nazionale sul Fascicolo Sanitario Elettronico presso l’Università “Carlo Bò” di Urbino. E’ socio di vari Istituti nazionali ed internazionali di diritto pubblico. E’ autore di pubblicazioni scientifiche e di commento ed annovera numerose partecipazioni ad eventi formativi e convegni, anche di rilievo internazionale.