Goodbye Maestro: si è spento all’età di 91 anni Ennio Morricone
Si è spento all’età di 91 anni il grande compositore italiano Ennio Morricone in seguito ad una caduta che gli aveva causato la rottura del femore. Animo gentile, talento indescrivibile, una vita dedicata alla musica: quaranta anni di carriera, innumerevoli riconoscimenti e 500 brani composti per il cinema. Addio maestro, la tua anima vola via, ma la tua luce resta.
La morte di un artista è paragonabile allo spegnersi di una stella: la materia svanisce ma la sua essenza continua a risplendere nell’universo.
È così che ci siamo sentiti, una volta appresa la notizia della morte di Ennio Morricone, musicista e compositore, o meglio il musicista della storia del cinema. Il vuoto per la perdita di un uomo dal valore ineguagliabile da un lato, dall’altro la consapevolezza di aver ereditato un patrimonio musicale immenso, straordinario, eccelso. Le sue musiche hanno influenzato generazioni, rivoluzionato il modo di comporre per il cinema, lasciato il segno nel panorama pop della musica italiana, conquistato Hollywood e guadagnato lustro e riconoscimenti in tutto il mondo.
Morricone si è spento la notte tra domenica 5 luglio e lunedì 6 in una clinica romana, ricoverato in seguito ad una caduta e alla rottura del femore. Con umiltà e gentilezza ha vissuto e allo stesso modo è andato via. “I funerali si terranno in forma privata nel rispetto del sentimento di umiltà che ha sempre ispirato gli atti della sua esistenza” – annuncia l’amico e legale Giorgio Assuma. E rispettando il suo volere che le esequie si sono svolte lunedì 6 luglio nella cappella del Campus biomedico di Roma in forma privata. Circa quaranta persone, tra familiari del maestro e gli amici, tra cui il regista Giuseppe Tornatore.
Consapevole del sopraggiungere della morte, Morricone, scrive il suo necrologio, ultimo gesto d’amore per gli amici e la famiglia. “Io ENNIO MORRICONE sono morto” – l’incipit del suo necrologio reso pubblico dal suo amico e legale Giorgio Assuma. “Non voglio disturbare” – le ragioni della scelta di un funerale privato, mentre “l’addio più doloroso” per la moglie Maria. “A lei rinnovo l’amore straordinario che ci ha tenuti insieme e che mi dispiace abbandonare” – scrive il maestro prima di morire. Un ultimo saluto carico di amore per le persone speciali della sua vita.
Innumerevoli e toccanti i messaggi di cordoglio e di stima espressi dalle autorità italiane e da artisti di tutto il mondo, sia in ambito cinematografico che musicale. “La scomparsa di Ennio Morricone ci priva di un artista insigne e geniale. Musicista insieme raffinato e popolare, ha lasciato un’impronta profonda nella storia musicale del secondo Novecento. Attraverso le sue colonne sonore ha contribuito grandemente a diffondere e rafforzare il prestigio dell’Italia nel mondo”. – il saluto del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dal quale Morricone ricevette il titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
“Ricorderemo sempre, con infinita riconoscenza, il genio artistico del Maestro Ennio Morricone. Ci ha fatto sognare, emozionare, riflettere, scrivendo note memorabili che rimarranno indelebili nella storia della musica e del cinema – scrive il presidente del Consiglio Giuseppe Conte su Twitter. Messaggi di stima e cordoglio anche da parte di Roberto Fico, presidente della Camera e Dario Franceschini, il ministro dei Beni culturali e turismo.
Tantissimi gli artisti che hanno un ricordo meraviglioso insieme ad Ennio Morricone da condividere con il mondo in questo triste momento. Riccardo Muti ricorda la sua esperienza di direzione di “Voci dal Silenzio” composizione che ha diretto per Morricone prima a Ravenna e poi a Chicago, suscitando, come sempre, “vera emozione tra il pubblico”.
“Mi sembra di restare sempre più sola dopo questo giorno triste” – afferma Sofia Loren – riascoltando privatamente le musiche del collega e amico per placare il vuoto lasciato dalla sua perdita. “Il Re è morto, lunga vita al Re” – il singolare saluto di Quentin Tarantino che nel 2015 corteggiò a lungo Morricone per ottenerne la collaborazione nel suo film “The hateful eight”.
Impossibile enumerare e riportare tutti i messaggi di affetto di cui i social sono stati inondati, in tantissimi hanno avuto un pensiero per il grande maestro: Vasco Rossi, Gianni Morandi, Claudio Baglioni, Laura Pausini, Jovanotti, John Carpenter e molti altri ancora.
Questo il ricordo di quanti lo conobbero in vita ed ebbero il grande onore di collaborare con lui. Mentre noi spettatori, assetati di emozioni vibranti che solo la musica e l’arte possono farci provare, come ricordiamo il grande Ennio Morricone?
È talmente vasta la sua produzione musicale che le generazioni più giovani potranno avere scarsa memoria degli esordi. Da non dimenticare le sue origini: nasce come studente di tromba al seguito del padre, trombettista anch’egli per poi finire a studiare composizione con il grande maestro Goffredo Petrassi. L’impostazione classica, datagli dalla sua guida, non ostacolò Morricone dallo sviluppare il suo estro creativo, avvicinandosi sempre di più alla sperimentazione e alla musica d’avanguardia.
La sua prima colonna sonora per il cinema risale al 1962 con il film “Il federale” di Luciano Salce. In quanto giovane arrangiatore della Rca, contribuì a dare forma al sound della musica italiana degli anni Sessanta, scrivendo arrangiamenti per canzoni ormai considerate ever green come “Sapore di sale”, “Il mondo”, “Se telefonando”. In quegli anni Morricone spiccò notevolmente tra i tanti arrangiatori di servizio e fu “scovato” da Vincenzo Micocci e Ettore Zeppegno, che condivide il ricordo di un brillante ventisettenne con passione e tanta voglia di fare.
Dopo un primo incontro, il sodalizio e l’avvio di una fase di sperimentazione musicale, insieme ai Micocci padre e figlio einsieme a Zeppegno. Vincenzo Micocci gli commissionò i primi arrangiamenti per Vianello e Meccia, in seguito per la Pavone e per Morandi.
Qualche anno più tardi, Morricone guadagna fama imperitura dando vita alle musiche prodotte per il western all’italiana. Quegli anni sono scanditi dal ritmo epico dei sui brani e da incontri e collaborazioni che resteranno per sempre nella storia: l’incontro con i registi Sergio Leone, Duccio Tessari e Sergio Corbucci e, la nascita di titoli come la Trilogia del dollaro, Una pistola per Ringo, La resa dei conti, Il grande silenzio, il mercenario, il mio nome è Nessuno e la Trilogia del tempo.
Storica è l’amicizia con il talentuoso Sergio Leone, conosciuto tra i banchi di scuola alle elementari. Tra i titoli più famosi di entrambi da annoverare Per un pugno di dollari (1964), Il buono, il brutto, il cattivo (1966), C’era una volta in America (1984).
La conquista del cinema di Hollywood, invece, risale agli anni Settanta: Morricone con le sue musiche spettacolari diventa il protagonista in quegli anni grazie all’incontro con registi americani del calibro di Quentin Tarantino, Brian de Palma, John Carpenter, Briand de Palma, Barry Levinson e Oliber Stones.
Sempre in quel decennio, già molto famoso, Ennio riceve l’onore e l’onere di realizzare il tema ufficiale dei mondiali di calcio d’Argentina 1978. Un anno più tardi la prima candidatura all’Oscar per le musiche del film “I giorni del cielo” di Terrence Malick.
Negli anni Ottanta, invece, titolo celeberrimo diventa “The Untouchables – Gli intoccabili” per la regia di Brian de Palma e sceneggiatura di David Mamet, con Kevin Costner, Sean Connery, Andy Garcia e Robert de Niro nei panni di Al Capone.
Uno dei risultati più eccelsi della sua sperimentazione musicale lo raggiunge The Mission (1986) del regista Roland Joffé anche se profondò fu il rammarico per non ottenere l’Oscar.
Resta leggenda la colonna sonora di “Nuovo cinema Paradiso” (1988) di Giuseppe Tornatore, regista con il quale Morricone lavorerà anche in seguito, realizzando altri film cult, quali “Malena” (2000),
Potrei continuare a ripercorrere ancora per molto le varie tappe della carriera di Morricone, ma temo non sia quello che si aspettino i lettori, molti dei quali, sia esser nati prima di me, sia per passione, avranno avuto modo di conoscere in profondità l’arte di Morricone. Basti pensare le sue colonne sonore, le sue musiche, le sue melodie, riaffiorano nelle nostre menti e nei nostri pensieri, con una velocità immediata, scattante, molto più rapidamente di quanto possiamo ricordare il titolo del film stesso.
Innumerevoli i premi e riconoscimenti che il grande maestro, ha ottenuto nel corso della sua vita. Nel 2007 premio Oscar onorario alla carriera dopo esser stato nominato per 5 volte tra il 1979 e 2001 senza mai riuscire nell’impresa. Il secondo Oscar giunge grazie alla colonna sonora di The Hateful Eight”, per il quale si aggiudica anche il Golden Globe. A tal proposito Tarantino, faticò molto per riuscire a convincerlo nella realizzazione di una mezz’ora di musica inedita per il suo film. Non finiscono qui le onorificenze: tre i Grammy Awards, quattro Golden Globes, sei BAFTA, dieci David di Donatello, undici Nastri d’Argento, due European Film Awards, un Leone d’Oro alla carriera e un Polar Music Prize. Più di 70 milioni di dischi venduti. Un posto guadagnato nel Walk of Fame di Losangeles.
Oltre al genio, e all’aver dato vita a melodie di inestimabile valore artistico, noi generazioni del futuro dobbiamo essere grati a Morricone anche per il suo esempio morale, per aver lasciato valori quali il grande senso del sacrificio, dedizione, rigore, impegno e precisione. Nel parlare del suo grande amore con la moglie Maria, e dei loro settant’anni di vita insieme, Morricone fa riferimento al grande spirito di sacrificio anche della sua compagna di vita, per essere riuscita a stare accanto ad un uomo così dedito al lavoro. “Perché i risultati non sono unicamente frutto del talento, ma soprattutto della costanza e della perseveranza” – ha sempre sostenuto Morricone.
Se per tutta la sua vita la sua musica ha avuto un’influenza trasversale contagiando generazioni di musicisti, adesso invece lo immagino seduto beato nelle tribune del Paradiso, sulla nuvola più soffice e tornato alle origini, con la sua tromba tra le mani a suonare per gli angeli.
Raffaella Grimaldi
Foto di copertina: illustrazione di Niccolò Pizzorno