Carloforte. L’ Isola dei Libri, le ultime due serate, tra donne del Novecento e il rumore della gioia.
A Carloforte, nell’ Isola di San
Pietro, si è conclusa, con la serata di domenica 9, la quinta edizione della
rassegna letteraria “L’Isola dei libri”.
Delle due serate conclusive, la prima di giovedi
6 agosto con Ritanna Armeni e il
suo “Mara,
una donna del Novecento” (Ponte delle Grazie 2020), la seconda domenica 9 con Renzo Bonvissuto “La gioia fa parecchio rumore”
(Einaudi 2020) dobbiamo dire che sono state le ciliegine sulla torta di una
rassegna che forse, causa forza
maggiore, è stata di tono minore rispetto a quelle che l’hanno preceduta, ma
non per questo meno importante, sia come ospiti che come contenuti.
Ritanna Armeni è giornalista e scrittrice. Ha lavorato come caporedattrice al periodico «Noi donne», poi a «il manifesto» e nella redazione di «l’Unità», a «Rinascita» e, ancora, opinionista sul quotidiano «Il Riformista». Nel 1998 è diventata portavoce dell’allora segretario di Rifondazione Comunista ed ex Presidente della Camera dei Deputati, Fausto Bertinotti, del quale ha curato, con Rina Gagliardi, il volume Devi augurarti che la strada sia lunga (Ponte alle Grazie 2009). È stata per tre anni conduttrice di “Otto e mezzo” insieme a Giuliano Ferrara. Ha pubblicato Di questo amore non si deve sapere (Ponte alle Grazie 2015), vincitore del Premio Comisso. Tra gli altri suoi titoli usciti sempre con Ponte alle Grazie: La colpa delle donne (2006), Prime donne. Perché in politica non c’è spazio per il secondo sesso (2008), Una donna può tutto. 1941: volano le Streghe della notte (2018). Mara. Una donna del Novecento (2020).
Citare la biografia della Armeni è essenziale per affermare che, giovedì sera, nel suo colloquiare con Giovanna Vitiello abbiamo assistito a qualcosa di rara correttezza intellettuale, un racconto di un’epoca lontana ma allo stesso tempo vicina, tanto da far sembrare la protagonista, nata nel
1920, una donna dei nostri tempi. La scrittrice, messe da parti le ideologie, fa un affresco del ventennio da un punto di vista tutto femminile, tanto che alla domanda “che colore daresti alla tua serata?” senza esitazioni risponde “rosa, anche se molte donne non vedono volentieri quel colore abbinato a loro”.
Il tema di quest’anno, per la rassegna era appunto “pagine a colori” e di un colore diverso si è tinta ogni serata: noir, giallo, blu, iride, rosso, rosa. All’ultima serata, quella con Sandro Bonvissuto, non possiamo che attribuire un bicolore, quello giallorosso, i colori della A.S.Roma.
Secondo molti Bonvissuto è la rivelazione letteraria di questi tempi, eppure
Sandro (laurea in filosofia) fa il cameriere nel quartiere romano Trionfale,
con Einaudi ha già pubblicato, nel 2015, il romanzo “Dentro”. Nella fascetta
rossa che completa la copertina del suo ultimo libro si legge: << Bonvissuto sa dare del tu al lettore. Alla
seconda pagina sei a casa>>
Ed è veramente così e non solo nelle pagine del libro. Dialogando con Luca
Navarra, antropologo e scrittore, Sandro, che non puoi da subito non chiamare
per nome, ti affascina con il suo accento romanesco, portato con garbata ma
confidenziale dialettica, e subito capisci che quella figura sulla copertina,
quel calciatore giallorosso con il numero cinque, non è che un pretesto per
parlare di altro, e non sei più seduto, a debita distanza dagli altri, su delle
sedie in un Giardino storico, ma su un comodo divano di un salotto di una casa
qualunque, magari proprio quel divano al
quale,nel libro, è persino stato dato un nome.
Anche qua siamo di fronte a un affresco, che dagli anni settanta ci porta sino
al 1984. La storia del protagonista, il suo amore per la Roma, tutto è un
pretesto per parlarci di famiglia, appartenenza, semplicità ma anche
complessità della vita di quegli anni. Tra Luca e Sandro si passa dal racconto
all’analisi antropologica e filosofica di un’intera generazione. Da rimarcare
il siparietto fra l’autore e chi scrive. Presentandomi, tra le altre cose: Sai
pure io quando ho presentato il mio primo romanzo facevo il cameriere. Lui: ma dai…e ora? Io: preferisco fare altro, storia
finita…quella del cameriere. Lui, tastandomi una gamba: Ma và che sei in forma
splendida…ne hai ancora da fà kilometri.
Morale, la dedica sul suo libro, che gli messo di fronte per l’autografo: Ad Antonello, collega doppio, speriamo non si riferisse alla mia stazza.
Credo che la frase con cui inizia il libro sia una di quelle da appuntare con
la matita, magari verde come la penna che lui usa per gli autografi, perché è
il colore della speranza, perché alla fine è il colore complessivo che io
voglio attribuire alla rassegna, con l’augurio che il prossimo sia un anno
migliore: La vita non inizia quando si nasce, la vita
inizia nel momento in cui si comincia ad amare. (Sandro Bonvissuto “la
gioia fa parecchio rumore”).
Mi sembra doveroso
concludere con un intervento del direttore artistico de “L’ISOLA DEI LIBRI” Lorenza Garbarino: Sapevamo in partenza che la quinta edizione sarebbe stata strana come
lo è stato in generale questo 2020. Strana perché priva di abbracci e strette
di mano cui hanno supplito i sorrisi negli occhi del pubblico sempre ligio al
rispetto delle norme. Mai una nota stonata, mai un commento fuori luogo. Tanta
bella partecipazione, tanti straordinari ospiti. Grazie, grazie, grazie!
Nata sotto la stella dell’incertezza, su quella
scia è proseguita fino a domenica sera, fino alla chiusura anticipata. Doverosa visti gli eventi.
Vogliamo ricordare questa edizione non per il Covid
19 che ha condizionato ogni nostro pensiero e azione, ma per le Pagine a colori
di Carla Fiorentino, Antonello Rivano, Fiorenzo Toso, Ciro Auriemma, Renato
Troffa, Eleonora Carta, Gianluca Massa, Ritanna Armeni, Sandro Bonvissuto e per
le immagini dei velieri portate da Marco Sioli. Ci rimane un po’ di amaro in
bocca per le serate mancate con Anna Magnani e Simona Bertocchi: saranno tra i
nostri appuntamenti della prossima edizione. Promesso!
Il nostro grazie va al Comune di Carloforte, in
modo particolare al sindaco Salvatore Puggioni e all’assessore alla cultura
Aureliana Curcio, al Festival Liberevento nella persona di Claudio Moica; e
ancora a Silverio d’Arco per Radio San Pietro, Parrocchia San Pietro apostolo,
Polis SA magazine, Sulcis Iglesiente Oggi, Delcomar compagnia di navigazione,
dai Giurnoli in scia ciassa, l’atelier in via venti settembre e il Bar alla
Fontana. Grazie anche al tecnico audio e luci Isidoro Rombi, e alla generosa
disponibilità di Oriana Bassani, Andrea Luxoro, Luca Navarra e Gabriella Olanda
che credono nella rassegna quanto noi.
La gioia fa parecchio rumore, ci dice Sandro, io penso che lo faccia anche la cultura, ed a volte è un rumore silenzioso ma assordante nello stesso tempo. E’ lo stesso rumore che fanno le rivoluzioni di pensiero, ed è il solo rumore che vorremmo sentire, immersi come siamo in mezzo a voci che sempre più spesso stravolgono valori e ci spingono verso baratri fatti di vuoto assoluto.
Antonello Rivano