Carloforte. Dal 5 al 6 Settembre si terrà la quinta edizione delle “Giornate Sergio Atzeni”
L’Associazione Culturale Saphyrina, in collaborazione con la vedova dello scrittore e con il patrocinio del Comune di Carloforte, promuove dal 2016, nei giorni a cavallo della data della tragica scomparsa dello scrittore, le “Giornate Sergio Atzeni”. Per la quinta edizione le date saranno quelle di sabato 5 e domenica 6 settembre, al Giardino di Note.
Il 6 settembre 1995 è stata una data triste per la cultura italiana e quella sarda in particolare, segna, infatti, la tragica fine di uno scrittore e giornalista sardo che, nell’acqua da lui tanto amata, sino a chiamarla “madre”, presso l’Isola di San Pietro, perse la vita a quarantatré anni: Sergio Atzeni.
SERGIO ATZENI
Nasce a Capoterra (CA) il 14 ottobre del 1952, da giovane si dedica al giornalismo, scrivendo per le maggiori testate sarde, fu attivo nelle fila del PCI.
Trasferitosi per lavoro a Torino dà vita al suo periodo creativo più importante, forse anche a causa della nostalgia per sua terra. Nascono così opere come L’apologo del giudice bandito, Il figlio di Bakunìn, Passavamo sulla terra leggeri e Il quinto passo è l’addio.
I romanzi di Atzeni sono ambientati in Sardegna, partendo dai tempi più atavici, passando attraverso le lotte dei minatori dell’epoca fascista, sino ai giorni nostri.
Lo scrittore usa un linguaggio che è un mix di sardo, di italiano e di slang cagliaritano . Pur raccontando la quotidianità, nei suoi scritti, si trovano in particolare riferimenti agli ultimi, agli sconfitti e agli emarginati.
Sergio Atzeni voleva intitolare “Madre Acqua” il suo romanzo “Il quinto passo è l’addio”, ma alla casa editrice Mondadori non piacque e si preferì il secondo il titolo che divenne quello definitivo. A volte il destino ha modi strani per raccontarci che le sue strade sono imprevedibili, ma a volte tracciate in maniera chiara; perché quell’acqua, tanto amata da chiamarla “madre”, perderà la vita.
Da “Il quinto passo è l’addio”: «Non potete maledire l’acqua?» «Non si maledice una madre. L’acqua è madre… l’uomo ha molte madri, acqua, terra, sole, aria… Preferirei stare sotto un olivo, con un bicchiere di vino in mano, ascoltando e raccontando storie con gli amici…»
Sergio Atzeni è tragicamente scomparso a Carloforte il 6 Settembre 1995, tra le acque del mare che circonda l’Isola di San Pietro.
CARLOFORTE E LE GIORNATE “SERGIO ATZENI”
Chissà se Sergio avrà avuto il tempo, mentre la “madre acqua” lo
riaccoglieva nel suo seno, di rivedere, con gli occhi della memoria, i
posti che aveva amato, come il protagonista del suo romanzo, Ruggero Gunale, che
si stacca dal porto con la nave, che lo sospinge in terre lontane. Sicuramente
avrebbe rivisto, tra le altre cose, i giorni passati a Carloforte,
sull’Isola di San Pietro, terra che non l’ha dimenticato. Tanti sono
stati, in questi anni, quelli che l’hanno ricordato con eventi culturali o
intimi concerti, questi ultimi tenuti nei pressi degli scogli che gli hanno
preso la vita.
E’ dal 2016, ventennale della tragedia, che l’Associazione Culturale Saphyrina,
in collaborazione con la vedova dello scrittore e con il patrocinio del Comune
di Carloforte, promuove, nei giorni a cavallo della data della scomparsa, le
“Giornate Sergio Atzeni”.
Anche quest’ anno, nella piena osservanza delle norme anticontagio Covid-19 verrà rispettato il tradizionale appuntamento con la sua memoria.
IL PROGRAMMA
Sabato 5 settembre lo scrittore e storico Gianfranco Petrillo incontra Aldo Agosti che presenterà il suo “Juventus. Storia di una passione italiana: Dalle origini ai giorni nostri” (UTET 2019)
Aldo Agosti è nato a Torre Pellice (Torino) nel 1943, professore emerito di storia contemporanea presso la Facoltà di lettere dell’Università di Torino, è autore di diverse pubblicazioni sulla storia dei movimenti politici della sinistra e dei suoi protagonisti. Sono di particolare rilievo il suo lavoro sulla storia della Terza Internazionale e la documentata biografia sul segretariodel PCI Palmiro Togliatti. Agosti è condirettore della rivista di storia contemporanea ‘Passato e presente’, socio corrispondente dell’Accademia delle Scienze di Torino per la classe di scienze morali, storiche e filologiche e del Comitato scientifico e membro del Comitato scientifico dell’Istituto piemontese per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea (cfr., Wikpedia). Nel libro di Agosti è narrata la storia della squadra torinese, dei suoi giocatori, dei suoi dirigenti, dei suoi tifosi, ma anche la storia di una città e di un paese intero.
Domenica 6 settembre sarà la volta di Lucia Caciolla che incontrerà Franciscu Sedda con “Il sogno del falco. Il codice nascosto nell’opera di Sergio Atzeni” (Arkadia editore 2020)
Franciscu Sedda è professore associato all’Università di Cagliari, dove insegna Semiotica generale e Semiotica culturale, ed è e protagonista del dibattito politico-culturale sardo. Fra i suoi libri Glocal. Sul presente a venire (2005), La vera storia della bandiera dei sardi (2007), Imperfette traduzioni. Semiopolitica delle culture (2012), Roma. Piccola storia simbolica (2019, con P. Sorrentino), Tradurre la tradizione. Sardegna: su ballu, i corpi, la cultura (nuova ediz. 2019). Con Arkadia Editore ha curato Sanluri 1409. La battaglia per la libertà della Sardegna (2019).
Questa la presentazione che la casa editrice
Arkadia fa del libro di Sedda:
<<C’è un codice celato
nell’opera di Sergio Atzeni, una chiave di lettura nuova e avvincente che ci
aiuta a comprendere meglio il grande scrittore e la sua personalità. Sergio Atzeni è morto a soli 43 anni, il 6 settembre del
1995. Da qui, la nascita di un mito. Molto spesso fin troppo edulcorato. E
invece quella morte è lì che continua a domandarci: “Chi era? Cosa stava divenendo?”.
Domande inevitabili se si considerano due fatti, spesso dimenticati, che testimoniano
una profonda trasformazione in corso: l’esplicita conversione al Cristianesimo
che Atzeni matura pienamente nell’autunno del 1987, l’esplosione creativa che
si accompagna a questa conversione e arriva all’apice nel periodo interrotto
bruscamente dalla morte. Franciscu Sedda riparte da qui e individua
un’enigmatica coincidenza nelle opere che Atzeni aveva concluso poco prima di
morire, Passavamo sulla terra leggeri e Bellas mariposas. Entrambe
confermano la conversione al Cristianesimo dell’autore, ma la collegano
indissolubilmente a un’altra conversione, innominata. Per svelare identità e
significato di questa, che porta a una rilettura complessiva del percorso
esistenziale e artistico di Atzeni, secondo Sedda bisogna accettare di
ascoltare nuovamente la voce di tutte le opere e giocare il loro gioco fino
alla fine, fino alle soglie di un nuovo inizio>>
Ci piace chiudere ricordando Sergio Atzeni attraverso un estratto dal suo “Passavamo sulla terra leggeri”: “Passavamo sulla terra leggeri come acqua, disse Antonio Setzu, come acqua che scorre, salta, giù dalla conca piena della fonte, scivola e serpeggia fra muschi e felci, fino alle radici delle sughere e dei mandorli o scende scivolando sulle pietre, per i monti e i colli fino al piano, dai torrenti al fiume, a farsi lenta verso le paludi e il mare, chiamata in vapore dal sole a diventare nube dominata dai venti e pioggia benedetta. A parte la follia di ucciderci l’un l’altro per motivi irrilevanti, eravamo felici.»
Antonello Rivano