Economia e finanza mondiale, Arlacchi: “ Il Neoliberalismo oggi vive una profonda crisi”

Sono partito dai livelli più bassi del capitalismo predatorio, quello della finanza e della violenza dei mercati illegali e sono arrivato ai piani alti dove non si usa più la violenza, ma leggi fatte ad hoc dove non c’è il diritto della forza ma la forza del diritto”.  Parole chiare e semplici quelle di Pino Arlacchi, nome di peso nel panorama politico ed accademico nazionale ed internazionale. Gioiese, classe 1951, Arlacchi è Professore ordinario di Sociologia generale presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università degli studi di Sassari.

Spirito libero, dalla profonda cultura socio-economica, Pino Arlacchi ha prestato il suo ingegno non solo all’Università ma anche al mondo politico:

 Eurodeputato nella settima legislatura per l’Alleanza dei Socialisti e Democratici, Senatore nel corso della tredicesima nelle liste de L’Ulivo, Arlacchi ha ricoperto l’incarico di Consigliere del Ministro degli interni redigendo il Progetto esecutivo della Dia. Nel 1993, incaricato dal Governo Ciampi, ha avuto l’incarico di supervisore dei servizi segreti italiani. Amico e collaboratore dei Giudici Falcone e Borsellino, è Presidente onorario della Fondazione intitolata al Magistrato assassinato a Capaci.

Da sempre attento e profondo conoscitore della politica internazionale e della finanza globale, l’ultimo saggio di Pino Arlacchi, “I padroni della finanza mondiale. Lo strapotere che ci minaccia ed i contromovimenti che lo combattono” (Chiarelettere, 2018), si presenta come una profonda analisi della finanza predatoria che potrebbe presentarsi ancora più dannosa per la società moderna.

Arlacchi, da Parlamentare europeo, ha proposto e discusso la riforma delle società di rating, società private ed americane arrivando alla conclusione che esse, essendo private ed in mano ad una vera e propria oligarchia, sono al servizio di padroni che, con previsioni sballate ed esagerate, amplificano a dismisura i profitti. In questo modo-afferma Arlacchi- investendo al rialzo ed al ribasso, guadagnano cifre da capogiro nei viaggi di andata e di ritorno. La vera soluzione sarebbe quella di rendere pubbliche tutte queste società.”

Il volume di Arlacchi, oltre ad apparire come un lucido saggio ed uno studio approfondito sugli scottanti temi finanziari contemporanei, si presenta altresì per una chiara dissertazione storica sui fattori che hanno determinato molti degli spostamenti economici da Stato a Stato. Uno studio che, spaziando da meditazioni dalla storia politica degli Stati a molte considerazioni sui conflitti mondiali, si prefigge di chiarire e di sconfiggere molti degli stereotipi o luoghi comuni che la diffusa controinformazione diffonde.

Il volume “I padroni della finanza internazionale” è stato presentato il 26 marzo presso il Teatro ridotto di Salerno, in occasione di uno degli appuntamenti della rassegna letteraria “Libri in teatro” diretta da Francesco Grillo ed ideata dal Direttore del Teatro delle Arti e Patron del Premio Charlo,t Claudio Tortora.

Sollecitato dai quesiti del moderatore, lo stesso Francesco Grillo, introdotto dalla riflessione del prof. Giovanni Nigro, il quale ha delineato un preciso quadro di quali sarebbero le conseguenze di un capitalismo e di un neoliberalismo sfrenato nella società civile ed accompagnato dalle letture di Maria Grazia Salpietro, Pino Arlacchi ha tenuto la sua relazione toccando vari punti descritti nel libro. “ Si deve accettare l’idea che il mondo unipolare non esiste più e gli Stati Uniti stessi non vogliono più assurgere a “Governo mondiale”.

Professore, Lei in diverse occasioni, anche questa sera, ha lungamente analizzato la questione del debito economico statale dei paesi. Ha portato l’esempio del Venezuela che, come uno dei Paesi più ricchi del mondo date le sue ingenti quantità di Petrolio, si è visto aumentare lo spread a seimila ed è andato conseguentemente ed inevitabilmente in crisi. Ha inoltre sostenuto che il settantatrè per cento del deibito greco non è in Grecia. Cosa intende?

«E’ stata una partita di giro attraverso cui il debito della Grecia, insostenibile per la Grecia presso le banche internazionali è stato girato all’Unione Europea che lo ha pagato, di fatto, lasciando solo una piccola percentuale alla Grecia. Dunque le banche internazionali che hanno compiuto questa operazione truffaldina alla fine hanno ottenuto il loro scopo, che era quella di impadronirsi di un’immensa parte del debito greco pagato dall’Unione Europea. Il vero obiettivo della truffa era l’Unione Europea la quale non ha mai ammesso quello che sto dicendo, visto che sarebbe stato troppo imbarazzante ammetterlo.»

Dove sta andando il neoliberalismo nell’attuale contesto politico e storico?

«Il neoliberalismo è molto in crisi. Persino il The Economist, che è il loro megafono fondamentale, comincia a dire che forse si è sbagliato e si ecceduto e forse sarebbe meglio cominciare a pensare ad una svolta più umana. E’ un atteggiamento comune quando si è in difficoltà.»

L’impero romano cadde “sotto il peso del suo stesso peso”, come affermò Alessandro Severo. L’Unione Sovietica si è dissolta senza spargimento di sangue. Che destino dobbiamo aspettarci, secondo Lei, per l’Unione Europea?

«L’Unione Europea, se un giorno dovesse collassare, collasserà per problemi interni suoi, non possiamo affermare che esistono barbari equivalenti a minacce esterne. I barbari sono presenti già all’interno; direi che non c’è bisogno di invasioni barbariche esterne.»

Stefano Pignataro

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