Tutti scomparsi | Io sono più onesto di te, no tu no

Perché chiamare una rubrica proprio “Tutti scomparsi?” La prima osservazione che mi viene in mente è che scompaiono anche le cose, le persone, le sensazioni, i fatti, i valori. Non è stato possibile trovare un titolo che potesse mettere tutto dentro se non questo: Tutti scomparsi, una bella frase omnia. È un titolo, che a pensarci bene, comprende anche ciò che non scompare ma si nasconde, per vergogna, per pudore, per necessità, se non per dignità. Ecco forse questa rubrica è tutto questo, e pure altro.

Pietro Nenni, tanto tempo fa, affermò che «a giocare a chi è più puro si rischia di trovare uno più puro di te che ti epura…». Ma vi sembra mai possibile che il dibattito che più va in auge in questi giorni nei e tra i media, nei e tra i politici, nei e tra i comuni cittadini, è a chi sia più onesto? A chi ha meno o più indagati? È assurdo! Non fosse altro perché si sta ragionando di qualcosa che dovrebbe darsi per assunto. Legalità, etica, valori imprescindibili. E però una considerazione più o meno seria, ma che non mi sorprende, la faccio: sembra che non vi sia più speranza, è proprio il Paese che sembra non avere più anticorpi. Il nostro è a tutti gli effetti un paesi abulico, scoraggiato, non reagente. Io vivo in una di quelle zone che possono, a ragione, considerarsi a rischio e quindi capisco e comprendo che non è semplice districarsi tra equilibri di vario genere, di facce, di modi, di parole dette e non dette, di situazioni più che precarie. Insomma non è facile districarsi tra il protestare, prima, e il governare, poi. La verità è che governare un Paese o amministrare anche il più minuscolo centro d’Italia è complicato. Praticamente, oggi, se qualcuno ti augura di diventare il Sindaco della tua città è perché ti odia, perché sa che se resisterai tutto il mandato che ti è stato conferito è perché avrai accettato la prigionia e l’abbandono della tua vita precedente. E se dopo vuoi vivere tranquillo e non vuoi fare più politica allora te ne devi andare lontano, e sperare che almeno la moglie voglia venirti appresso, altrimenti sei condannato, e poi politica, politica e ancora politica per sempre, finché morte non vi separi. Per capirlo forse, anche se non ne sono del tutto convinto, si potrebbe metter su un bel reality e farvi partecipare chi volesse eventualmente diventare un futuro amministratore pubblico per poi far votare in massa in rete, ecco, la democrazia liquida – liquida. Eppure non sarebbe la stessa cosa. E allora continuiamo con il giochino, io sono più onesto di te, no tu no.

Anzi, sapete che vi dico, metto su una bella rubrica: tutti scomparsi. O no?

Mimmo Oliva

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