Tutti scomparsi | Le primarie
Video e audio con persone che “porgono” gentilmente soldi a “innocenti” cittadini per far votare alle primarie a Tizio o a Caio. Code lunghissime composte di improbabili elettori di primarie all’italiana, a Milano così come a Roma, a Napoli così come a Battipaglia. E ogni volta che si rimestola nella marmellata e le manine diventano appiccicose gli italiani si dividono esattamente in tre squadre con percentuali perfettamente equanimi: il primo 33,33% grida allo scandalo, il secondo 33,33% si difende affermando che “basta fango” su un perfetto esercizio di democrazia, l’ultimo 33,33% semplicemente se ne fotte.
La verità è che le primarie sono un fatto politico, così come le elezioni vere e quindi ne seguono trend e sostanza. La gente non vi partecipa più in massa e quindi sono diventate un flop, al di là dei punti di vista. I cittadini elettori non ci credono più perché, brogli o meno, tutto deve andare come previsto ab origine. Se vince chi lo deve tutto procederà per il meglio altrimenti si abbandona la nave, velocemente. Non discuto dei candidati che si sono succeduti perché quasi sempre sono state persone perbene e senza macchia. La verità è che è il contorno e le strategie non vanno, è sbagliato strategicamente imbarcare chiunque, è una scelta scellerata che non ha respiro lungo. Per non dire che spesso le primarie si celebrano in una coalizione semplicemente per decidere l’avversario da favorire.
È oltremodo assurdo come nonostante le intercettazioni e le indagini, casuali o meno, si continui a persistere con atteggiamenti poco limpidi.
Si persiste, e va bene. Il dubbio però che forse i gruppi dirigenti scelti ed eletti per prendersi una qualche responsabilità possano indicare l’espressione migliore per rappresentarli, no? Altrimenti azzeriamo tutto e non se ne parli più. Troppo esagerato?
Mimmo Oliva