Millo: Il fenomeno in ascesa della “street-art”

Street-Art e Tessuto urbano sono stati, per lungo tempo, un binomio fortemente antitetico proprio per la natura sovversiva di alcuni writers, considerati folli e anomali distruttori del bello urbano. Oggi, fortunatamente, ritroviamo le due parti incredibilmente vicine e sempre più disposte a fondersi in un’unica esperienza artistica e visionaria. È il caso dell’artista pugliese Francesco Camillo Giorgino – in arte “Millo” – nativo di Mesagne e che negli ultimi anni s’è fatto conoscere per la grande potenza espressiva impiegata al servizio della street-art. Una storia piuttosto controversa quella di Millo, giunto a una maturazione, oltre che consapevolezza, artistica piuttosto tarda ma che ha mostrato fin da subito le proprie potenzialità: nel 2014, infatti, vince la “B.Art competition”, aperta ad architetti, designer, grafici, illustratori e artisti, messo su dall’associazione Urban Barriera, e che punta a una riqualificazione dal punto di vista sociale ed estetico di quelle aree delle città molto spesso abbandonate a loro stesse. Il conseguimento del prestigioso premio ha consentito a Millo di portare la propria arte in molte capitali europee e internazionali: le sue opere, oggi, svettano sui muri di città come Torino, Milano, Londra, Parigi e Rio de Janeiro.

Lo scorso febbraio anche la nostra Campania, più precisamente Battipaglia, è stata toccata dalla suggestiva e criptica arte di Millo e Polis SA Magazine ne ha approfittato per capire meglio da dove provenga e dove sia diretto il fenomeno in ascesa della street-art.

Quando e come nasce l’artista Millo e, soprattutto, come riesce a far riconoscere come “arte” quella dei writers, troppo spesso discriminati?

«Da che ho memoria ho sempre disegnato, fino al momento in cui, quella che consideravo una passione ha preso il sopravvento sulla mia vita ed ho deciso di dedicarmi completamente a essa. Negli ultimi anni l’arte dei writers ha subito un riconoscimento globale, intorno a essa sono nati eventi, festival e si è sviluppata una attenzione positiva. Credo che la street-art possa fare molto per migliorare l’aspetto delle nostre città e sono molto felice nel constatare che questa sia un idea quasi condivisa dalla totalità».

Il tuo modo d’esprimerti è piuttosto criptico. C’è molta suggestione nelle tue opere e nei soggetti che spesso appaiono apatici, quasi sconfitti. Cosa cela Millo e davvero cerchi d’essere così inafferrabile nella tua espressione artistica?

«I miei lavori sono composti a tutti gli effetti da più strati, nel background c’è sempre la città, con il suo intreccio di strade, palazzi, ponti, macchine e pubblicità. Non è una città specifica, vuole piuttosto essere tutte le città del mondo, al cui interno svettano i miei personaggi. Loro sono un medium, un tramite, attraverso cui veicolo la parte più sentimentale della mia opera, in loro c’è chi vede la sconfitta, e chi la meraviglia, chi è convinto che siano bambini chi piuttosto figure aliene. I miei personaggi non veicolano un messaggio unitario, per me sono la rappresentazione dello scibile umano, forse per questo non credo di essere inafferrabile».

Tela per le tue opere è la città, non importa quale. È possibile, secondo te, riqualificare l’assetto urbano attraverso l’arte?

«In Italia, negli ultimi decenni, si è assistito a un lento processo di speculazione edilizia che ha generato diverse lacune, e credo fermamente che la street-art possa essere di aiuto per colmarne alcune».

Di recente è apparso un tuo murales anche a Battipaglia. Da uomo del Sud, in che condizioni è lo stato attuale dell’arte. C’è una minor ricettività rispetto altre città d’Italia? E invece nel rapporto Italia- Città estere?

«L’Italia sta attraversando una fase difficile sotto l’aspetto economico, e questi eventi di street-art non solo richiedono una sensibilità maggiore ma anche fondi da poter destinare alla realizzazione delle opere, pertanto non sono stupito del fatto che in Germania esistano più eventi che in Italia, tuttavia sono felice nel constatare che, lentamente, anche da noi si stia iniziando a investire a tal proposito, e senza la solita distinzione tra Nord e Sud.. alcuni dei festival italiani più importanti sono stati e sono ancora realizzati al Sud!».

C’è una città che ha segnato maggiormente la tua arte e che, magari, custodisce l’opera che meglio ti identifica?

«Non posso non citare Torino, a settembre sono risultato il vincitore di un progetto, Bart, che prevedeva la riqualificazione urbana di un intero quartiere attraverso la realizzazione di 13 muri, è stato un lavoro colossale che mi ha donato una grande visibilità. Non c’è un lavoro che mi identifichi maggiormente, ogni singolo lavoro è una parte di me».

Dove possiamo appostarci prossimamente per vedere Millo in azione?

«Sarà un’estate molto movimentata, vi toccherà prendere un paio di voli!».

Carmine Vitale

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